Alla 72° Mostra del cinema di Venezia, dove era in concorso, invece del Leone d’Oro si è dovuto accontentare del Leoncino d’Oro Agiscuola, mentre ai recenti David di Donatello la sua superba protagonista Juliette Binoche è stata battuta (un po’ sorprendentemente a parere di chi scrive) dall’ esordiente Ilenia Pastorelli di “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Parliamo de “L’attesa”, notevole esordio cinematografico del calatino Piero Messina, già autore di interessanti cortometraggi celebrati nei più prestigiosi festival mondiali (uno sguardo in rete al bellissimo “Terra”, visionabile su YouTube, basterà per rendere l’idea), nonchè assistente alla regia per Paolo Sorrentino (This must be the place, La grande bellezza). Ma se è vero che “l’arte di vincere la si impara nelle sconfitte” allora è certo che l’appuntamento coi premi, per il giovane regista siciliano, è soltanto una questione rimandata. Perchè “L’attesa” ( qui la recensione di Vois Magazine), a dispetto dei mancati Leoni, è un’opera che ruggisce, assedia e ammalia. Fierissima del suo elegante estetismo, distaccata quasi nella rappresentazione-elaborazione del dramma della sua kieslowskiana protagonista. Intima, sentita, universale e particolare insieme. Traboccante di amore per il mezzo e fiducia nelle sue potenzialità espressive (basti pensare all’uso che viene fatto del ralenti, altrove logoro mezzuccio ricattatorio e qui invece espediente stilistico che sottolinea, giusto per fare un esempio, tutta la severità e la contrizione di una processione religiosa). Un’ opera giovane certo, costruita però sulla base di consapevolezze già mature.
Proposto all’interno del Learn By Movies, rassegna catanese dedicata ai film in lingua originale, “L’attesa” non ha deluso le aspettative del folto pubblico del cinema Odeon, accorso in sala per applaudirlo insieme al suo autore, ospite della rassegna insieme all’attrice Lucia Sardo. L’incontro-dibattito con gli spettatori, seguito alla proiezione, si è aperto all’inizio un po’ timidamente – fra interessanti divagazioni del regista circa la corporeità dello sguardo cinematografico e aneddoti su meravigliose intuizioni visive originate dalla memoria (il gioco del bambino sulle scale mobili nelle sequenze iniziali) – salvo poi “rilassarsi” progressivamente attraverso le domande di un pubblico sempre più sensibilizzato e partecipe. Un cinema, quello de “L’attesa”, solo apparentemente sintonizzato su frequenze emotive essenzialmente femminili, come rilevato dalla Sardo, ma in verità coerente con una sensibilità (del dolore e della condivisione che nasce da esso) più universale. Cinema muliebre solo perchè ad esso si accede per il tramite delle due protagoniste (a dividere la scena con una divina Binoche c’è anche la rivelazione Lou de Laâge), ma in verità originato – come rivela il regista- da un racconto su una insolita elaborazione del lutto da parte di un uomo.
Vissuti d’altri che l’uomo e l’artista Messina non ha esitato a far propri, setacciandoli e rielaborandoli attraverso una storia dall’impronta materna (“generatrice” forse perchè femmina è lo stesso processo creativo), fra accostamenti stranianti (una protagonista francese che prepara il capretto con la sapienza di mani siciliane) e visioni che trascendono il tempo (la processione del Venerdì Santo, moderna ed arcaica insieme). Una solida organizzazione di contenuti e forma (perchè nessuna immagine ne “L’attesa” è lasciata al caso) che però non si nega alle seduzioni dell’ispirazione casuale e istintiva. La bellezza del cinema in fondo sta proprio in questo reinventarsi mentre crea e “L’attesa” vibra proprio grazie al suo magmatico e “inatteso”moto interiore. Cinema siciliano in senso viscerale, che non ha bisogno di palesarsi tra paesaggi archetipici, fichi d’India e arance rosse (che in realtà la Sicilia la negano) ma solo attraverso il suo fuoco. L’omaggio illustrato di Vois al suo autore Piero Messina vuol essere sintesi ed eco di questa incontenibile passione. Suscitata dalle immagini e, restituita, con gratitudine, attraverso un’altra.
Grazie Piero.
Testo e disegno di Andrea Lupo