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Catania, la pesca ritrova il suo posto

imageLa pesca costituisce una risorsa preziosa per la Sicilia, che è la prima regione italiana per quantità di prodotto catturato, per consistenza di flotta (33% della flotta peschereccia italiana) e numero di pescatori impiegati.
Eppure nel 2011, nulla ha impedito alla Camera di Commercio di Catania di escludere le due poltrone che ne rappresentano il settore da ben 21 anni, anzi, cosa ancor più grave, di incorporare una tradizione ed attività che da secoli rende particolare la nostra regione, con una altrettanto importante come l’agricoltura per un totale di 3 seggi su 34.
La pesca ritrova il suo posto
Riassegnate le storiche poltrone spettanti all’importantissimo settore alla CCIAA del capoluogo etneo

Infatti, l’allora Presidente dell’ente decideva che al settore dell’agricoltura spettavano 2 seggi e alla Pesca nessuno, cumulando i parametri spettanti alla pesca e ottenendo 3 seggi con la denominazione Agricoltura e Pesca!
In una regione come la Sicilia che vive per il 60% di questi settori, integrarli sarebbe come mettere al primo posto per importanza l’acquisto di un paio di bermuda mentre si prepara un viaggio in Antartide.

La battaglia
Ma, con la legge da una parte ed una caparbietà figlia di tante notti in mare, il Presidente della Federazione Armatori Siciliani Carmelo Micalizzi si fece carico dell’ingiustizia subita e di tutti coloro che invocano un ente più vicino ai reali bisogni dei contribuenti, iniziando una battaglia legale che il 6 Marzo 2013 lo vedeva vincitore contro l’illegittimità del procedimento di esclusione.

Oggi, dopo un anno, i 2 seggi verranno ri-attribuiti alla Pesca e a tutti coloro che di essa fanno la propria arte e il proprio lavoro, così come accadeva secoli fa, quando i nobili delle città costiere, primi sindaci ed amministratori, lavoravano e si ingegnavano, proprio per migliorare le possibilità e comunicazioni tra i vari pescatori e le cittadine che del loro sudore vivevano.

Micalizzi ha vinto una battaglia contro uno dei nemici più potenti di oggi, il conformismo che tende a dimenticare i valori locali per “motivazioni più alte”.
Immaginate se non ci fossero stati i pescatori in Sicilia, di cosa avrebbe parlato Verga?! Forse l’Ideale dell’Ostrica (la credenza che coloro che fanno parte della fascia dei deboli necessitino rimanere legati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni obsolete, per evitare che il mondo, cioè il “pesce vorace”, li risucchi) sarebbe stato l’Ideale della Meringa?!
Davide Di Bernardo

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