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PROGETTO AGRICOLTURA DIGITALE, CAI: DELUSI DA MIPAAF

AgricolturaRoma, 25 luglio 2016) “Con un settore che rappresenta 11.000 aziende, con oltre 51.000 occupati al servizio di più di 1 milione di imprese agricole, e con un fatturato del comparto che supera i 4 miliardi di euro, siamo stupiti di come il ministero delle Politiche agricole ancora una volta abbia escluso le imprese agromeccaniche dalla consultazione per la predisposizione delle Linee Guida per l’agricoltura digitale”.

C’è profonda delusione nel CAI, il Coordinamento degli Agromeccanici Italiani (frutto della sinergia tra Unima e Confai), per gli annunci del ministro Maurizio Martina sulla volontà di promuovere agricoltura digitale e precision farming.

“Le imprese agromeccaniche sono le uniche in Italia che hanno investito e che possono permettersi costi ingenti per dotare i mezzi di tecnologie all’avanguardia – prosegue il CAI -; i mezzi agricoli già connessi sono oltre 15.000, ma il Mipaaf ritiene più strategico erogare fondi senza nemmeno ascoltare la categoria che già utilizza tali strumenti e, anzi, si prodiga a incentivare la concorrenza sleale fra imprese, permettendo ancora maggiori spazi di manovra alle attività connesse in agricoltura”.

“A questo punto non si può più parlare di dilettantismo del ministero, ma di collateralismo, proprio da quel governo che in prima istanza aveva rottamato i corpi intermedi quale archeologia rappresentativa”.

“Rispetto al ministero delle Politiche agricole – aggiunge il Coordinamento degli Agromeccanici Italiani – ha mostrato molta più competenza e attenzione all’effettivo sviluppo dell’agricoltura l’Accademia dei Georgofili, non per nulla con alle spalle oltre 260 anni di storia”.

“Questo governo ci sembra ancora troppo legato a un modello di agricoltura che non esiste più, ormai affossato dal mercato globale – analizza il CAI -. L’agricoltura italiana è ancora viva e vitale, solo perché molti agricoltori hanno compreso il mutamento in atto e si sono aperti all’apporto di professionisti esterni, i contoterzisti, che portano ogni giorno sui campi innovazione e competitività. Se l’agricoltura può ancora essere competitiva non è certo per merito delle politiche agricole che si sono succedute in questi anni: a dispetto delle ingenti somme spese, l’Italia continua ad arretrare sia nelle statistiche europee che in quelle mondiali”.

Un atteggiamento, quello del Mipaaf, “che richiede ora più che mai una decisa inversione di rotta, prima che sia troppo tardi”, conclude il Coordinamento degli Agromeccanici Italiani.

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