Da sempre si contendono con i David di Donatello il primato di maggior premio cinematografico italiano. E, nonostante vantino una maggiore “anzianità” rispetto ad essi (la prima cerimonia di premiazione risale infatti al 1946 contro il 1956 dei David), i Nastri d’Argento sembrano essere considerati un po’ i “parenti poveri” del più blasonato riconoscimento assegnato dall’Accademia del Cinema Italiano. A torto verrebbe da dire. Perché il premio del Sindacato Giornalisti Cinematografici in realtà sembra esprimere assai più del David l’equivalente di quell’”Oscar italiano” che ci si ostina sempre a cercare. Sarà perché, almeno ad avviso di chi scrive, in quei verdetti si sommano le valutazioni di giurati “abitati” da anime fra loro complementari: l’esperto del settore da un lato e lo spettatore-fruitore dall’altro. Un compromesso fra intrattenimento e qualità che non può non richiamare quel balance of powers che si verifica puntualmente intorno ai verdetti dell’ Academy losangelina. Tuttavia che i Nastri si muovano talvolta sotto il “condizionamento” quasi silenzioso dei David suona più che un sospetto, almeno a giudicare dai palmarès degli ultimi anni, nati, in diverse occasioni, dentro un solco già tracciato da quelli. Eccezion fatta, ovviamente, per quei casi nei quali l’esclusione “fisiologica” di alcune pellicole dalle nomination per i David (alle quali accedono soltanto i titoli usciti in sala entro il 30 Aprile dell’anno in corso), sembrerebbe “consentire”(il condizionale è d’obbligo) ai Nastri cinquine rimpolpate dall’inserimento di ulteriori titoli eccellenti, pronti magari per Cannes. Consentendo perfino, come accaduto quest’anno, di “riparare” alla miopia dei giurati d’Oltralpe, colpevoli (e non a torto) di aver ignorato un’ offerta varia e di indiscussa qualità (quest’anno era la triade Moretti-Garrone-Sorrentino).
Tuttavia, e qui entrano in campo le opinioni, è proprio il Nastro d’Argento che dovrebbe imparare a “sollevare il capo” e ad agire in maniera autonoma, osando abbandonare certi verdetti-fotocopie e i riconoscimenti riparatori. Va da sé che aver premiato quest’anno “Youth” per fotografia (del genio Luca Bigazzi) e montaggio, o “Il racconto dei racconti” per costumi e scenografie, è cosa del tutto sacrosanta. Tuttavia non si comprende affatto l’esclusione da tutte le categorie tecniche (comprese le eccellenti fotografia, scenografia e colonna sonora) del film già caso di stagione e cioè “Il giovane favoloso”, premiato sì come Nastro dell’anno (con ulteriore premio Persol al protagonista Elio Germano), ma deliberatamente “sottratto” a una reale competizione con i titoli sopra citati. Allo stesso modo ci sarebbe voluto più coraggio nel considerare importanti ruggiti d’autore come “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi piuttosto che rilanciare nuovamente “Anime nere” fra i film dell’anno. E questo non solo per i meriti qualitativi dell’opera (rigorosa e necessaria almeno quanto il film di Munzi), ma altresì per sottrarre l’intero giudizio dal sospetto di operare soltanto una ridistribuzione “pilatesca” dei premi. Probabilmente è nei riconoscimenti dati alla commedia e ai suoi protagonisti che i Nastri si prendono la propria rivincita sull’autore “duro e puro” (vedi i meritati premi a “Noi e la Giulia”, commedia dell’anno, e al suo straripante Claudio Amendola, ma anche il premio alla Comencini autrice di quel riuscito gineceo dolce-amaro che è “Latin lover”). Tuttavia è ancora troppo poco per riqualificare al meglio un riconoscimento che avrebbe tutte le carte in regola (in primis il giudizio dei giornalisti del settore) per diventare anche occasione di rilancio (perché no? estivo) di un cinema nostrano troppo ignorato durante la stagione e non invece la replica un po’ “stanca” di un altro verdetto.
Un peccato perché la stessa cornice dei premi è ancora oggi la più invidiabile fra tutte (lo splendido Teatro Antico di Taormina), la conduzione di Laura Delli Colli più spigliata di quelle di tanti professionisti e la collocazione “estiva” perfino ideale per quell’auspicabile operazione di rilancio di un cinema che vanta meno “appeal” sul grande pubblico (che per la maggior parte sconosce i titoli fino al momento della loro premiazione). Nell’attesa che qualcuno raccolga i suggerimenti sopra proposti non resta che godersi la classica serata (trasmessa su RaiUno il 3 Luglio alle 23,40), fatta di ringraziamenti rituali, bei momenti musicali (lo scoppiettante canto a cappella degli Spritz for Five e la serenata sicula di Lello Analfino per “Andiamo a quel pese”, inspiegabilmente non premiata per far posto a un vincitore tanto eccellente quanto assente e cioè De Gregori) ma anche defezioni poco trascurabili (Alessandro Gassmann, Greg, Micaela Ramazzotti anche se l’assenza più “bruciante” resta quella del premio Oscar Paolo Sorrentino). Altri frammenti di serata da custodire? L’emozione un po’ impacciata e sempre adorabile della Buy giunta al suo ottavo nastro (più della compianta Virna Lisi che guida il triste elenco degli artisti italiani scomparsi nell’ultimo anno), la gioia incontenibile di un genio come Douglas Kirkland, grandissimo fotografo hollywoodiano e un Elio Germano che dedica il premio al personaggio con cui più si è compenetrato cinematograficamente (lo scrittore Giacomo Leopardi).
Ci sarebbero anche gli omaggi illustrati di Vois consegnati ad alcuni vincitori come Elio Germano, Mario Martone, Claudio Amendola, ma si tratta come sempre di silenziosi fuoriprogramma che si svolgono lontano dalle celebrazioni premiali. I tributi affettuosi di chi vive il cinema e i suoi protagonisti innanzitutto come compagni d’esperienza e non come artisti da ossequiare. E chissà, magari è proprio così che potrebbe (ri)nascere il senso di un premio e la sua funzione: perché a consegnarlo nelle mani di un artista c’è sì un’associazione importante e competente, ma dovrebbe esserci anche, idealmente, il suo pubblico.
A seguire l’elenco dei premiati:
– Nastro dell’anno- “Il giovane favoloso” di Mario Martone
– Regista del miglior film- Paolo Sorrentino (“Youth- La giovinezza”)
– Regista esordiente Edoardo Falcone (“Se Dio vuole”)
– Miglior commedia “Noi e la Giulia” di Edoardo Leo
– Miglior produttore Cinemaundici – Luigi e Olivia Musini per “Anime nere”, “Torneranno i prati”, “Last summer”
– Miglior soggetto: Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi, Stefano Sardo per “Il ragazzo invisibile”
– Miglior sceneggiatura Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci per “Anime nere”
– Miglior attore protagonistaAlessandro Gassman per “Il nome del figlio”, “I nostri ragazzi”
– Miglior attrice protagonista Margherita Buy per “Mia madre”
– Miglior attore non protagonista Claudio Amendola per “Noi e la Giulia”
– Miglior attrice non protagonista Micaela Ramazzotti per “Il nome del figlio”
– Migliore fotografia Luca Bigazzi per “Youth-La giovinezza”
-Miglior scenografia Dimitri Capuani per ”Il racconto dei racconti”
– Migliori costumi Massimo Cantini Parrini per “Il racconto dei racconti”
-Miglor montaggio Cristiano Travaglioli per “Anime nere”,“Youth-La giovinezza”
– Miglior sonoro in presa diretta Maricetta Lombardo per “Il racconto dei racconti”
-Miglior colonna sonora Nicola Piovani per “Hungry hearts”
– Miglior canzone originale “Sei mai stata sulla luna?” di Francesco De Gregori
– Casting Director Francesco Vedovati (Il ragazzo invisibile, Maraviglioso Boccaccio)
– Nastri Europei 2015Laura Morante e Lambert Wilson
– Nastri alla carriera Ninetto Davoli e Douglas Kirkland
– Nastro speciale Regia Cristina Comencini
– Premi speciali Giulia Lazzarini (Mia madre) e Adriana Asti (Pasolini)
Nastri d’Argento Docufilm e Storia a Fango e gloria di Leonardo Tiberi
– Premio “Nino Manfredi”
Paola Cortellesi
Lillo e Greg (coppia comica 2015)
– Premio Guglielmo Biraghi Simona Tabasco e Greta Scarano
Menzioni speciali a Niccolò Calvagna e Silvia D’Amico
– Premio Hamilton Behind the camera-Nastri d’Argento
Luca Zingaretti
– Premio Nastri d’Argento – Persol Personaggio dell’anno
Elio Germano
– Premio Nastri d’Argento – Porsche 911 Targa Tradizione e Innovazione
Adriano Giannini
– Premio Nastri d’Argento – Cusumano per la Commedia
Serena Autieri
– Premio Nastri d’Argento – Wella per l’immagine
Simona Tabasco
Testo e disegni di Andrea Lupo
Foto di Danilo Vitale