Precari inseriti “a forza” (ma solo in ottemperanza a una sentenza della Corte Europea), chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, finanziamenti alle scuole private, etc.
Manca in quest’ultima riforma, così come in tutte quelle degli ultimi vent’anni, un piano strutturale concreto capace di conferire all’istituzione scolastica un’identità e soprattutto una credibilità di fronte a tutti i soggetti coinvolti, studenti, docenti e famiglie.
Perchè, al di là degli atavici problemi legati all’organico, è l’azione di classe ad essere diventata ormai inefficace per via, soprattutto, dello svilimento progressivo dell’istituzione conseguente a riforme sbagliate.
Per questo l’ennesima “Buona Scuola” non è detto che sia anche una cosa buona “per” la scuola…
Andrea Lupo