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Libertà istituzionale al settore agricolo

Cosa fareste con 2 miliardi e 100 milioni di euro?!
Quante cose si potrebbero acquistare, quante cose sistemare, quanti stipendi di Ibrahimovic si potrebbero pagare?!
Quante cose…!
Eppure qualcuno ha avuto a disposizione, e per ben 6 anni, 2 miliardi e 100 milioni di euro e sapete cosa ha fatto con tutti questi soldi?!
Nulla! o quasi!!
La Regione Sicilia e tutti gli organi o enti ad essa associata, compresi Comuni, Associazioni di Categoria, Centri professionali, etc.., hanno avuto la possibilità di gestire tutti questi soldi per eludete il gap creatosi negli anni tra il settore agricolo siciliano e il resto dell’Europa!

Ad oggi non si conosce nulla del modo in cui questi soldi sono stati usati.
Alcuni cartelloni, posti per lo più in centri si accoglienza aeroportuali, scrivono che tutto è stato speso per il bene delle aziende agricole siciliane!

Purtroppo i fatti sono ben diversi!!
Le aziende siciliane del settore agricoltura sono alla fame. 

Chi non raschia il fondo ha aperto ai mercati esteri e punta non sulla qualità ma sulla quantità, acquistando il prodotto a pochissimo, a danno degli agricoltori che, in massa, abbandonano le terre.
Eppure, guardando Tv e giornali, lo scenario dipinto sembra molto più roseo.
Diverse associazioni di categoria cercano nemici comuni da attaccare, anzi da far attaccare agli associati.
Così diventa nemico l’agricoltore che porta le proprie arance sulla moto-ape per venderle al semaforo, accusato di vendere arance del Marocco, perché un siciliano nn può vendere il proprio prodotto al di sotto di 1euro!!
La realtà è ben diversa. Il prezzo medio degli agrumi sulla pianta non supera i 10 centesimi di euro e una politica che cerca capi espiatori danneggia ancor di più.
Mercatini domenicali dove il prodotto non viene controllando, minando la tracciabilità dello stesso, porta sconforto nei reali coltivatori e illusione nei consumatori.

Un governo che non cura il settore principale della propria nazione non ha dignità d’esistere in quanto va contro la sua stessa costituzione, minando i punti fondamentali della stessa!

Nel 2011 l’agricoltura rappresentava il 75% del PIL ed oggi non sarà tanto lontana da tale percentuale, ma a che prezzo?!
Una tassazione alla proprietà che non si accorge dei mancati ricavi ha portato danni incredibili, ripagati sinora solo dal cosiddetto “contributo ad ettaro” che cesserà nel 2015 e che ha portato un po' di liquidità nelle mani dei proprietari terrieri.

La mancata analisi strutturale delle tantissime associazioni che per anni hanno gestito “le carte”, aumentando gli associanti e le poltrone hanno portato in ginocchio decenni di lavoro dei nostri padri.

 

L’AIMA e poi “il catastino” hanno indelebilmente marchiato il SUD Italia nella terra degli approfittatori e delinquenti.
La prima ha pagato fino al 1999 gli agricoltori per schiacciare (letteralmente) le proprie arance destinate alla spremitura e il secondo dava un contributo massimo da parte della CEE, in base a tabelle tar
occate, per quante arance si sarebbero dovuto possedere.

Entrambi i sistemi hanno portato all’arricchimento di intere famiglie che “acquistavano” la possibilità di scaricare agrumi sotto nome dei possidenti terrieri, che ricevevano un piccolo compenso, falsando i quantitativi ad ettaro. In questo modo la Sicilia, sempre secondo i dati riportati, ma non controllati, da diverse associazioni, produceva quasi 50 tonnellate di arance ad ettaro! Nemmeno fossero cocomeri! e visto che un arancio pesa in media 30gr!!!!

E oggi?

Oggi nulla cambia, eccetto la mancanza di soldi, almeno apparente.

Le poltrone sembrano voler essere tenute strette da chi ha falsato il sistema, e cosa ancor più grave, si cerca di non far entrare in camere e consigli, chi vorrebbe far cooperare realmente i produttori.

Perché la soluzione a tantissimi problemi sarebbe proprio questa!!
Perché nei famosi mercatini si scelgono solo 1 produttore per tipologia di merce?
Per non creare concorrenza? No! perché potrebbero unirsi!!
I mercati che in questo momento sono in espansione sono quelli della Regione Marche e del Trentino Alto-Adige (le mele sono monopolio loro) perché negli anni hanno creato cooperative VERE.
Qui non è stato possibile perché chiunque ci avesse provato sarebbe addirittura stato sbattuto fuori dalle associazioni di categoria, in quanto secondo loro non rappresenterebbe il settore!!

La cooperazione porterebbe ad ammortizzare le spese e a far conoscere in pieno e a 360 gradi il prodotto nostrano.
La creazione di alcune piattaforme mobili al Nord Italia, in Francia e in Germania farebbe realmente apprezzare il nostro prodotto, non come le costosissime fiere fatte in passato che hanno solo fatto conoscere un “Arancia Rosa di Sicilia”, ad esempio, stampata sulle magliette ma monopoli di pochi!!
La possibilità di salvarci c’è e no
n è nemmeno lontana o costosa.

I soldi li potremmo tranquillamente lasciare alle affamate associazioni che hanno storicamente governato il settore finora, così da permettere ai loro manager e direttori di finire il leasing di auto e segretarie. A noi agricoltori basta un posto serio e nostro nei consigli e nelle camere che permetta di farci sentire e di organizzare LIBERAMENTE.

Davide Di Bernardo 

Immagini Magnus Photos

 

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