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Crowdfunding e rivoluzioni 1: La stampa 3D a casa nostra.

879dc51f7662f2e5657470220de4a43e_largePer una volta, anzi le volte saranno 4, non parleremo dei marchi più prestigiosi a livello mondiale.

Non ci saranno Apple, Samsung o Microsoft.

Parleremo invece dei nuovi brand che cercano tramite il crowdfunding di entrare nel settore tecnologico e, magari, d’intaccare certi monopoli creati negli anni.

Il crowdfunding è la tipologia di finanziamento più utilizzata negli ultimi 5 anni e funziona più o meno così:

IDEA —➣ PROGETTO —➣ ISCRIZIONE —➣ RICHIESTA

L’iscrizione viene fatta su particolari siti come Kickstarter (solo per utenti inglesi e americani), Indiegogo e altri come l’autarchico Derev (di origine italiana), mentre la richiesta può variare in base a quanto si sia calcolato in fase di progettazione.

Il tutto sembra facile, ma proprio l’Italia sembra ferma al pitstop forse per via della crisi o per mancanza di reali siti dedicati d’importanza rilevante.

 

La prima idea che vi mostreremo è The Micro.

La prima stampante 3D veramente per il consumatore che deve essere incredibilmente intuitiva, facile da possedere, e di continuità evolutiva nel design .

La Micro è la stampante 3D più conveniente che può essere utilizzata appena, fuori dalla scatola. Perfetta per principianti ed esperti , basta collegare la stampante , scaricare o creare modelli… ed è subito pronta la stampa, o meglio le vostre creazioni personalizzate si formano davanti ai vostri occhi.

 

La meraviglia della stampa 3D porterà un evoluzione nel campo artigianale senza precedenti ed il compito di questi ragazzi, la ditta è la M3D situata vicino Washington, è rivoluzionarne il concetto rendendola accessibile e semplice da usare. Proprio come cambiò il mondo della stampa cartacea con l’avvento dei primi Mac.

Il progetto ha già ricevuto 2.727.426 dollari pur avendone richiesti solo 50.000!

Questa è la forza dei veri siti crowdfunding… se l’idea va viene premiata!

Guardate la magica rivoluzione di quest’idea nel video qui sotto… al prossimo progetto.

Davide Di Bernardo

 

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