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Rigillo, Rossini Dipasquale: terna di ospiti a “Doppia Scena”

Nuovo appuntamento con la rassegna promossa dal Teatro Stabile di Catania e dalla Libreria MondadoriDiana

Rigillo, Rossini Dipasquale: terna di ospiti a “Doppia Scena”

I protagonisti e il regista di “Erano tutti miei figli” raccontano i traumi

della società postindustriale che innervano il dramma di Arthur Miller

CATANIA – Prestigiosa terna di artisti a “Doppia scena”, il ciclo di incontri promosso in sinergia dal Teatro Stabile di Catania e dalla Libreria MondadoriDiana, che ospita gli eventi nel megastore di via Umberto. All’appuntamento, fissato per martedì 7 maggio alle 17,30 ad ingresso libero, interverranno infatti Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini, coppia prestigiosa del panorama teatrale nazionale, protagonista in questi giorni al Verga del dramma “Erano tutti miei figli” di Arthur Miller, allestimento di punta del cartellone del Teatro Stabile di Catania. Ad introdurre gli interpreti sarà, come di consueto, il direttore del Teatro, Giuseppe Dipasquale, questa volta anche nelle vesti di regista del dramma milleriano, mentre la compagnia al completo si ritroverà accanto al pubblico in sala. La conversazione sacoordinata dalla giornalista Caterina Andò.

Un’occasione da non perdere per un faccia a faccia con autentici beniamini del pubblico e, soprattutto, per approfondire con loro i brucianti interrogativi civili e sociali che veicola un testo teatrale ombreggiato da colorazioni noir, com’è quello di Miller, pubblicato nell’immediato dopoguerra. Proposto nella traduzione italiana firmata da Masolino D’Amico, “Erano tutti miei figli” è in scena alla sala Verga fino al 19 maggio. Accanto a Rigillo e alla Rossini, sua compagna sulla scena e nella vita, agiscono Ruben Rigillo e Silvia Siravo, insieme a Filippo Brazzaventre, Barbara Gallo, Enzo Gambino, Annalisa Canfora, Giorgio Musumeci. Le scene sono di Antonio Fiorentino, i costumi di Silvia Polidori e le luci di Franco Buzzanca.

Caro pure ai fan del piccolo schermo, vista la sua partecipazione a fiction come “Capri”, “Maria di Nazareth”, “Il caso Enzo Tortora”, “Centovetrine”, qui Mariano Rigillo veste mirabilmente nel lavoro di Miller i panni del cinico industriale Joe Keller, mentre l’intensa Anna Teresa Rossini offre una memorabile interpretazione della moglie Kate.

Il drammaturgo americano costruisce l’intero testo sulla logica spietata su cui si fonda una ricchezza accumulata senza scrupoli, frutto di ciniche equazioni tra guadagno e disonestà, successo e frode, illegalità e menzogna tipiche di un contesto postindustriale.

La Seconda Guerra Mondiale, da poco terminata, è stata per Keller occasione di arricchimento, in quanto gli ha consentito di trarre ingenti profitti dalla vendita di pezzi “difettosi”, destinati all’aeronautica militare e costati la vita a ben ventuno piloti. L’arrivo di Annie, fidanzata del figlio disperso in guerra e ora promessa sposa del secondogenito, sarà l’evento scatenante per far emergere contraddizioni, mostrando misfatti e verità abilmente celate.

Il poliedrico Rigillo, interpretando un ruolo così complesso, possiede la magistrale bravura di equilibrare anche una paradossale comicità, che spesso si fa grottesca, allo scopo di coprire il peso delle colpe che attanagliano il personaggio.

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