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Commercio: crollo attività, ogni giorno spariscono 167 imprese

imageLa Confesercenti ha segnalato che a gennaio e febbraio di quest’anno nel solo settore della distribuzione commerciale sono spariti quasi 10mila negozi, con un crollo (-50%) delle aperture di nuove attività rispetto al 2012. Si tratta del dato peggiore degli ultimi 20 anni, in quanto sono sparite 167 imprese al giorno.
“Nel commercio non si riesce più a fare impresa. Il 2013 si avvia ad essere un anno orribile, ben peggio del 2012”, sottolinea la Confesercenti. Secondo i dati del suo Osservatorio, la perdita di negozi svuota le città: sono ormai 500mila gli esercizi sfitti in tutta Italia. E anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: in questi due mesi ne hanno chiuso più di 9.500 tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 unità. Se continua così, nel 2013 sarà ecatombe, con un saldo negativo di 60.000 imprese. La perdita di negozi svuota le città: sono ormai 500.000 gli esercizi sfitti in tutta Italia”. Confesercenti il 17 marzo scende in piazza per firmare contro le aperture domenicali

“Oltre al saldo molto negativo, si conferma un altro allarmante fenomeno: quello del crollo di nuove aperture. Nel primo trimestre nel settore del commercio al dettaglio, secondo le nostre proiezioni, saranno in tutto 5.988: si tratta di un risultato del 50% inferiore alle 12.321 che hanno aperto nei primi tre mesi del 2012, che rappresenta il dato peggiore degli ultimi 20 anni. Se estendiamo lo sguardo ai dati di aperture del primo trimestre 2011 e del primo trimestre 2010 in effetti, si conferma un crescente calo delle nuove iscrizioni, mentre le cessazioni restano sostanzialmente costanti, intorno alle 20-22 mila ogni anno. Il fenomeno dimostra come la crisi non incide solo sul numero di chiusure, ma anche e soprattutto sulla possibilità di aprire una nuova impresa”.

“I risultati peggiori si rilevano al centro-nord, che registra 7.885 chiusure a fronte di 2.054 aperture; Sud e Isole sembrano resistere un po’ di più, con 5.890 cessazioni e 1.938 nuove iscrizioni. Tra i comuni capoluoghi di Provincia, invece, la maglia nera va a Roma, con 553 chiusure per un saldo negativo di 392 unità. Seguono Torino (306 cessazioni, saldo negativo di 231 unità) e Napoli, dove le attività commerciali che hanno abbassato la serranda sono state 238, per un saldo finale che ha visto scomparire 133 imprese”.

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