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5 buone ragioni per smettere di scrivere

Ammettiamolo, chi, almeno una volta nella vita non ha pensato di scrivere un libro? E quanti lo hanno scritto ma lo tengono ben nascosto nel fondo di un cassetto? Tanti, lo sappiamo. Poi ci sono i grafomani, quelli che ne hanno scritti più di uno e ne hanno sempre un altro in arrivo.

In realtà, poi i libri che dai cassetti finiscono in libreria sono davvero pochissimi, anche se, in Italia, se ne pubblicano moltissimi. Verrebbe da chiedersi se poi, quelli che li scrivono sono anche dei lettori, ma questa è un’altra storia.

Questo articolo è per coloro che non hanno mai trovato il coraggio di spedire il loro tomo alle case editrici, per quelli che hanno scritto qualcosa senza dirlo a nessuno per uno strano senso del pudore (spesso e volentieri giustificato), per coloro che t’incontrano e ti dicono “Sono troppo impegnato, l’ultima stesura del mio romanzo mi sta facendo impazzire…” mentre voi invece pensate “Ma non lavorava in banca??”.

Per voi scrittori in erba (ma poi non tanto) ecco 5 buoni motivi per smetterla:

  1. Un libro lo avete scritto, sì, nel 1978, ed è ancora lì tra le vostre carte. Una volta l’anno lo rileggete e vi ripromettete che, dopo l’ennesima revisione, stavolta lo spedirete ad una casa editrice. Non è così! Fatevene una ragione. Non si è scrittori perché una volta si è buttata giù qualche pagina!
  2. Autopubblicate anche le liste della spesa, vi do una notizia: non vale! Spendete soldi inutilmente, il vostro libro lo compreranno solo i vostri parenti … più stretti!
  3. Avete mille idee, avete scritto l’incipit di almeno 20 romanzi senza superare mai le 20 pagine. Ecco, un’ideuzza non fa un buon libro, lasciate perdere.
  4. “Peccato … da ragazzo scrivevo dei racconti” si sente dire spesso. Se vi siete fermati ci sarà un motivo e spesso è meglio non approfondirlo.
  5. Ogni volta che scrivete due righe spedite tutto alla Mondadori o a chi per lei, promettendo sviluppi interessantissimi e vendite stellari … ma ci credete davvero?

Lo scrittore non si fa, si è. Bisogna avere sì idee che formino di un filo narrativo, ma poi, ci vogliono costanza e disciplina, che non vengono da un dovere, ma da un non potere immaginare la propria vita senza la scrittura. Ecco, se sono queste le caratteristiche che possedete, se avete un vostro stile, se non scopiazzate qui e lì dai vostri autori preferiti, se avete l’esigenza di raccontare delle storie, allora avrete il patentino di scrittore, prima o poi.

 

 

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