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Italia, matrimonio gay? Si, per ora on line

Cultura Europa dà un volto e voce alla comunità GLBT. L’Italia è il quarto mondo suo diritti civili.

Bruxelles, 22 dicembre 2012 – Dreams Entertainment ACRI con Cultura Europa ha debuttato con l’avallo dell’Osservatorio Parlamentare Europeo e del Consiglio d’Europa, una duplice iniziativa volta a dare voce e volto al popolo italiano.
Cultura Europa ha debuttato con www.matrimoniogayonline.org, un portale sul quale è possibile in due sezioni contraddistinte:
– sposarsi/promettersi amore eterno, ricevendo il certificato di promessa. Un gesto fortemente simbolico;
– esprimere fermamente la volontà di cittadino che venga approvata l’unione omosessuale, per mezzo di un format non anonimo. Potranno esprimere il proprio assenso o diniego tutti i cittadini italiani con un’età minima di 18 anni. Tutte le schede pervenute a favore fungeranno da petizione che verrà consegnata al governo italiano e all’Unione Europea.
Cultura Europa, fungerà con il progetto, da filo diretto con UE e le rispettive commissioni, affinché le forze politiche italiane siano obbligate a prendere posizione e responsabilità, spingendo i commissari UE ad essere meno flessibili, qualora si perpetri l’andamento attuale, trovando soluzioni più incisive dei moniti e delle sanzioni fino ad ora applicate.

– Da anni le varie associazioni GLBT (dice Daniele Cappa, presidente Dreams Entertainment e Cultura Europa) si battono per l’alienabile diritto a legalizzare un’unione stabile. E’ ora di dare uno scossone. Non è una questione puramente omosessuale, ma di tutti. Devono, bisogna metterci la faccia. E’ finito il tempo delle parole, ora gli italiani non hanno più ragione di fare lo struzzo. Il termine di genere: comunità GLBT o comunità Gay; è vecchio, obsoleto. Siamo tutti della stessa comunità: gay ed etero. Tutti fratelli comunitari, tutti con gli stessi diritti, incluso quello di sposarsi con chi si ama, donna o uomo che sia. Si vuole ottenere dei risultati? Bisogna lottare con intelligenza e serenità. Il popolo è sovrano.

Solo una compatta e massiccia coesione sfonda quel muro di bigottismo ipocrita. Non dimentichiamoci che il 13 marzo, è stato approvato il “Rapporto sulla parità dei diritti tra uomo e donna”. Il documento stabilisce che i governi dei Paesi membri non devono dare “definizioni restrittive di famiglia” al fine di negare diritti e tutele agli omosessuali e ai loro figli. Inoltre, è stata approvata la richiesta al Consiglio europeo di promuovere il riconoscimento delle unioni gay tra gli stati membri che già le ammettono. Per finire il documento rivolge al Consiglio europeo la richiesta di “riaffermare il principio di uguale trattamento senza distinzione di religione o credo, disabilità, età od orientamento sessuale”.
Strasburgo boccia i governi contrari ai matrimoni gay. I matrimoni gay quindi si dovranno fare anche in Italia, checché ne dica il Vaticano. In Italia la normativa del diritto di famiglia, che è l’unico impedimento usato come alibi, va e può essere modificato. La regolarizzazione civile di una coppia omo stabile è un diritto riconosciuto pure in Sud Africa.

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