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Ancora zingari a Fontanarossa

Catania – Non è bastato l’intervento di sgombero disposto dal comitato di ordine e sicurezza pubblica e dall’amministrazione comunale, i tantissimi rom che affollavano il campo nei pressi dell’aeroporto hanno imparato la strada e tutte le mattine lasciano le loro roulotte   per recarsi a chiedere l’elemosina così come un comune mortale si reca al proprio posto di lavoro. Già dalle 8 del mattino gli zingari occupano i Terminal arrivi e partenze e varie postazioni di rilievo, come le casse dei bar e le macchinette in cui si paga il posteggio.

Turisti, parenti e persino lavoratori dello scalo catanese vengono importunati da continue e insistenti richieste di denaro, mentre consumano un pasto, comprano le sigarette, pagano il caffè e il biglietto della sosta. Un continuo viavai di rom che passeggiano con bambini e tanto di bicchiere per l’elemosina tra le mani. Certo gli zingari hanno da subito capito, una volta approdati in aeroporto, quanto uno scalo frequentato come quello di Catania fosse appetibile e redditizio, ma tutto questo nuoce gravemente all’immagine di Fontanarossa, oggi Vincenzo Bellini, che tra restyling e miglioramenti ha cercato di mantenere alto in ogni modo il suo profilo di primo aeroporto siciliano. Non sono contenti ovviamente i passeggeri, costretti assai spesso ad evitare di sostare a lungo in aeroporto, dove neanche consumare un caffè in pace è possibile, non sono contenti i lavoratori, i quali avevano già il loro bel da fare con i senzatetto che hanno eletto l’aeroporto come proprio domicilio, non sono contenti neanche i senzatetto che se prima riuscivano a racimolare qualche monetina nel corso della giornata, adesso devono fare i conti con dei temibili rivali, sistemati a circa 5 o 6 metri di distanza gli uni dagli altri.

Vero che in periodo natalizio siamo tutti più buoni, ma per quanto tempo gli abituali frequentatori dello scalo catanese dovranno sopportare una tale situazione?

Tutti si augurano davvero di tornare presto ad una situazione di normalità.

Eva Gervasi


 

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