Home » Cinema - Televisione - Musica » Amore-odio, guerra-pace, menzogna-verità, rimozione-memoria: “Venuto al mondo” al cinema

Amore-odio, guerra-pace, menzogna-verità, rimozione-memoria: “Venuto al mondo” al cinema

Alla domanda se “Venuto al mondo”, l’ultimo film di Sergio Castellitto, uscito nelle sale italiane l’8 novembre, è uno di quei film che suona le corde più profonde dell’animo dello spettatore, la risposta è “sì, certamente lo è”.
Per 132 minuti, infatti, lo spettatore è intensamente immerso nei drammi più intimi e privati a cui ciascun personaggio dà vita, su uno sfondo storico altrettanto drammatico, la Sarajevo distrutta dalla guerra e poi dolorosamente ricostruita.

Tale coinvolgimento probabilmente è dato da una ragione tanto immediata quanto sottile: come ci rivela Castellitto in un’intervista rilasciata a “Primissimavideo”, ciascun personaggio di “Venuto al mondo” nasconde un segreto, che soltanto durante o addirittura alla fine del film sarà svelato.
E’ tra questi segreti che lo spettatore resta strettamente ingarbugliato, rimanendo, anche dopo la proiezione, quando si riaccendono le luci della sala, col fiato corto a riflettere sul mistero di come ogni uomo viene al mondo.

Ambiziosamente il regista non mira a ricreare la fiction dalle pagine del romanzo della Mazzantini da cui la sua pellicola è tratta, ma mira a dissotterrare il cinema che questa grande storia nasconde.
Si tratta di una storia che possiamo definire “grande” perché racconta di “grandi” guerre: non soltanto la guerra combattuta con i mitra, che rimarrà soltanto sullo sfondo del film senza soffocarlo, ma soprattutto le guerre che combattono i personaggi tra loro e contro se stessi.
Primi tra tutti, combattono Gemma e Diego, che arriveranno a distruggere il loro matrimonio, incapaci di risolvere il conflitto di non riuscire a concepire un figlio; Gemma combatte la sua maternità mancata, ma rimarrà, sebbene con un figlio tra le braccia, drammaticamente sconfitta come donna; Diego è sconfitto dai suoi sensi di colpa e si suiciderà; Gojko, l’affascinante e burbero poeta, che si batte con l’arma dei versi per la sua patria, non verrà mai ricambiato dalla “bella donna italiana” che ama, Gemma, di cui sarà condannato a rimanere soltanto amico; Aska, annientata dai suoi violentatori, vincerà dando alla luce un bambino che odorerà di sigaretta e di Sarajevo, e così via, potremmo continuare per gli altri personaggi del film.

Con la collaborazione di grandi interpreti, tra cui Penélope Cruz, nel ruolo di Gemma, e Emile Hirsch, che interpreta Diego, Castellitto riesce a emozionare lo spettatore, coinvolgendolo nell’affascinante storia che racconta in “Venuto al mondo”. La forza comunicativa di questo film sta forse nell’essere stato costruito intorno a coppie di parole-chiave contrastanti, che lo stesso regista ci svela: amore-odio, guerra-pace, menzogna-verità, rimozione-memoria.
Se la presenza o l’assenza di conflitto all’interno di un film è un parametro fondamentale per giudicarne il valore artistico, certamente “Venuto al mondo” ci stupisce e ci emoziona per la profondità e l’universalità dei conflitti di cui si fa portatore.

 
Maria Rachele Sidoti

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.