Home » Informazione » News » Seconda rata dell’IMU. Addio tredicesima e piccole imprese sul baratro

Seconda rata dell’IMU. Addio tredicesima e piccole imprese sul baratro

Dicembre 2012: la fine del mondo, l’apocalisse, i disastri. Vuoi vedere che i Maya non c’erano andati poi così lontani? La situazione economica non accenna a migliorare e da più parti si annuncia un 2013 in ulteriore calo, specie per quanto riguarda l’occupazione, con gli effetti della Riforma Fornero. Le aziende chiudono e migliaia di lavoratori rischiano il posto; giovani a spasso, laureati che non riescono a inserirsi nel mercato del lavoro, pensionati alle strette. E per chi ha un lavoro e magari anche una casa? Tasse. E per chi ha un’azienda o semplicemente immagina di avviare un’attività? Tasse. Il mese di Dicembre è sempre stato quello degli acquisti, dei “consumi che fanno girare l’economia” (tanto per usare un’espressione tra le più abusate), dell’occupazione stagionale e del turismo, degli eventi natalizi e della cultura. Nell’immaginario collettivo-medio è soprattutto il mese della tredicesima. Regali, viaggi, settimana bianca; quest’anno in molti dovranno orientarsi verso un Natale low cost e saranno costretti a mettere mano al portafoglio per pagare il Fisco e i Comuni. La data segnata in calendario con il rosso (come il conto in banca, non come le festività) è il 17 Dicembre, termine ultimo per il saldo dell’Imu, odiata protagonista di tutto il 2012. Quote medie piuttosto alte sia per la prima che per la seconda casa (rispettivamente 278 e 745 euro, con picchi di oltre 1200 euro); un aumento del 55% rispetto alla prima rata di Giugno. Un bel regalo di Natale a coronamento di un anno trascorso a compilare F24 e visualizzare dati catastali. Ancora peggio per le aziende. Capannoni, uffici, laboratori, immobili industriali in genere subiranno un colpo fortissimo da parte dell’Imu e del decreto “Salva Italia”. Secondo l’indagine della CGIA di Mestre si arriverà a pagare addirittura il 154% in più rispetto all’Ici, con aumento generale del 67%. Si sapeva da mesi, ma non è stato fatto nulla per mitigare gli effetti della tassa sulle attività produttive e la scadenza è ormai alle porte.

“In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse continuano ad aumentare – commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA –  auspico che il Governo, visto che la legge gli dà la possibilità di farlo  entro il 10 dicembre, riveda al ribasso le aliquote dell’Imu per le attività produttive, altrimenti corriamo il  pericolo che molte piccole aziende chiudano i battenti e finiscano a lavorare in nero. Non dimentichiamo – conclude Bortolussi – che nella stragrande maggioranza dei casi gli imprenditori pagheranno l’imposta municipale due volte. Una come proprietari di prima casa e l’altra come proprietari di immobili ad uso commerciale o produttivo. Visti gli aumenti introdotti quest’anno, ho il timore che  molti piccoli artigiani e piccoli industriali si troveranno in grosse difficoltà a versare il saldo previsto entro il prossimo 17 dicembre”.

Tra le categorie imprenditoriali più colpite, gli albergatori (8405 euro), la grande distribuzione (5.930), gli industriali (4.725), gli artigiani e i piccoli industriali (2.756), i liberi professionisti (1.468), i commercianti (729) e i piccoli artigiani (574). Dati calcolati con aliquota media del 7,6% e riferiti soltanto alla seconda rata.

Una mazzata apocalittica degna dei Maya e del loro calendario. Con la sola differenza che la loro era una profezia priva di rilievi scientifici.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.