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Rapporto Federculture 2012 “Cultura e sviluppo. La scelta per salvare l’Italia” arriva un messaggio forte al governo: serve un’assunzione di responsabilità verso il settore

Venezia, 24 novembre 2012 – Dopo gli Stati Generali di Roma che hanno ricondotto la cultura al centro del dibattito, anche grazie all’intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Federculture, ospite a Venezia del Salone Europeo della Cultura per una presentazione del Rapporto 2012 “Cultura e Sviluppo”, rilancia la discussione e una serie di proposte di riforma del settore.
«L’altissimo discorso del Presidente Napolitano ha contribuito a riportare l’attenzione sul settore culturale e creativo che nel nostro paese è vittima di una gravissima sottovalutazione e dell’assenza di politiche organiche per la sua gestione e il suo sviluppo,– ha dichiarato il Presidente di Federculture, Roberto Grossi -. Siamo per questo allarmati, in particolare perché vediamo che dalle iniziative in materia di cultura e turismo manca un’attenzione alle politiche per il territorio e al sistema della produzione e dell’offerta. Non dimentichiamo, ad esempio, che nel nostro paese il turismo culturale rappresenta una fetta molto consistente del mercato turistico complessivo e che le grandi città d’arte (Venezia, Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze) raccolgono circa il 35% degli arrivi turistici nazionali. Non si può quindi prescindere da una riflessione sulle politiche territoriali, in chiave di valorizzazione dell’attrattività culturale delle nostre città, ma anche di sostenibilità dei flussi turistici e di tutela del patrimonio. Il quadro attuale sembra, invece, andare in direzione opposta. La legge di stabilità approvata in questi giorni prevede gravissimi tagli al settore, -103 milioni di euro nel bilancio del MiBAC, e ai trasferimenti alle Regioni e ai Comuni, complessivamente circa 4,5 miliardi, che metteranno in crisi anche le politiche locali per la cultura.»
Tutto ciò mina le possibilità di crescita di un settore che, come rileva il Rapporto Annuale di Federculture, rappresenta invece una parte importante dell’economia nazionale, generando valore aggiunto, occupazione, consumi, nonostante la congiuntura di crisi economica che colpisce imprese, cittadini e famiglie.
Che la domanda di cultura da parte dei cittadini non accenni a diminuire lo dimostrano i dati contenuti nel Rapporto Federculture, come quelli più recenti relativi agli ultimi mesi: a Ferragosto 2012, ad esempio, i musei statali hanno registrato un aumento degli ingressi del 4,5% e degli introiti del 16% rispetto all’anno precedente. Con casi eclatanti come la Galleria dell’Accademia di Firenze nella quale i visitatori sono stati il 233% in più, o Ercolano dove sono cresciuti del 50% o gli Uffizi che segnano un +76%.
Le stesse tendenze si rilevano anche nel focus presentato oggi sul Nord-Est, che evidenzia nell’area la presenza di una forte domanda culturale. I residenti in Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, sono più assidui della media nazionale nella fruizione di musei e mostre, di concerti. In alcuni settori poi tra il 2011 e il 2010 nel Nord-Est la fruizione culturale è significativamente aumentata: i residenti, in modo diverso nelle tre regioni considerate, dichiarano di andare di più al cinema, (+7,9% Trentino Alto Adige), di visitare i monumenti, (+7,5% Veneto), e frequentano maggiormente il teatro, (+10,2% Veneto).
Allo stesso modo si evidenziano buoni risultati nel 2011 anche sul fronte dei musei, nella classifica nazionale di quelli statali il Friuli Venezia Giulia risulta la 4a regione per numero di visitatori (3,6 milioni) e il Veneto è invece 6a (981mila visitatori) . Positivi i dati anche per i musei comunali: tra i civici il più visitato in Italia è Palazzo Ducale di Venezia che nel 2011 raggiunge 1,4 milioni di visitatori con un incremento del 7,7% sul 2010.
Anche nel turismo gli indicatori sono positivi: il Nord-Est nel 2011 ha registrato 30,5 milioni di arrivi di turisti stranieri, il 3,5% in più dell’anno precedente, mentre la loro spesa è stata pari a 8,3 milioni di euro, l’1,2% in più.
«Anche nel Nord-Est, dunque, – sottolinea Roberto Grossi – la cultura dimostra di essere un settore vitale e in grado di guidare lo sviluppo territoriale, non solo in città d’arte come Venezia e Padova, ma anche nei piccoli centri. Affinché però le sue potenzialità si sviluppino pienamente è indispensabile porre mano ad alcuni interventi e riforme sul fronte dei finanziamenti e della governance del settore. E’ necessario che lo Stato faccia un passo indietro lasciando ai privati la possibilità di entrare nella gestione dei beni e delle attività culturali, attraverso un sistema di regole chiare e condivise. In questo senso è ormai indispensabile anche favorire le forme di mecenatismo privato migliorando il sistema delle agevolazioni fiscali per le liberalità verso la cultura di imprese e persone fisiche e introdurre una normativa che crei le condizioni per una collaborazione con il mondo del Terzo settore. Sul fronte delle risorse è opportuno che siano ripristinati livelli accettabili di finanziamenti al settore, ma che le risorse siano anche assegnate con criteri selettivi e che siano previsti rigorosi meccanismi di rendicontazione per favorire la trasparenza della gestione pubblica nei confronti dei cittadini. Siamo, inoltre, favorevoli alla creazione di un organismo di coordinamento della promozione del brand Italia nel mondo avanzata in questi giorni, ma riteniamo che non si debbano assolutamente moltiplicare gli apparati burocratici, che anzi vanno sensibilmente snelliti. Per questo abbiamo proposto l’affidamento di tale compito ad un dipartimento interno alla nuova Ice e su questo stiamo lavorando insieme al ministro Passera. Infine, conclude Grossi – mi unisco ancora alle parole del Presidente Napolitano, per dire che solo con il massimo sforzo di responsabilità di tutti potremo far crescere la cultura e portare il Paese fuori dalla crisi».

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