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Il Nordest in cerca di rilancio si “scopre” al Salone Europeo Cultura. Cipolletta:la cultura non è solo nei musei,la fanno il territorio e i giovani

Venezia, 24 novembre 2012 – La società civile corre spesso più dei processi istituzionali e, pur riconoscendo e rispettando il ruolo delle istituzioni, che devono guidare i processi, può contribuire allo sviluppo di un’iniziativa della
portata della candidatura di Venezia e del Nordest a Capitale Europea della Cultura 2019. Un’occasione preziosa per ripensare il territorio in un’ottica partecipata e innovativa.
È il messaggio forte lanciato oggi dal Meeting della Cultura delle Venezie, nella seconda giornata del Salone Europeo della Cultura che si terrà fino a domani nell’area dei Magazzini Ligabue della città lagunare.
Una serie di testimonial eccellenti si sono alternati sul palco, davanti a una sala piena e con la “regia” di Cristiano Seganfreddo direttore di Associazione Progetto Marzotto, per raccontare la loro idea di cultura e di futuro del territorio, una “metropoli” di 7 milioni di abitanti pronta al rilancio: Giacomo Bianchi (Arte Sella), Sandro Boscaini (Masi Agricola), la virologa Ilaria Capua, Silvia Fattore (sindaco di Villanova di Camposampiero), Ruggero Frezza (M31), il designer Kristian Guerra, l’economista Stefano Micelli, Rosa Scapin (Operaestate Festival), Sabrina Baracetti (Cento Espressioni Cinematografiche – collegata in video). Per un imprevisto di carattere personale, non ha potuto intervenire, invece, il fondatore di Pane Digitale Federico Morello.
«Il movimento spontaneo raccolto dietro la bandiera della Capitale europea della cultura – ha introdotto il direttore del Salone, Filiberto Zovico – parte dal basso e il fatto che, in un momento di difficoltà molto forte, la società civile si attivi, e si prenda delle responsabilità, per tirare fuori nuove idee per cercare di reagire, vuol dire che questa parte di Paese non si rassegna. E ritengo che questo sforzo vada messo in rete, perché pensiamo che questo territorio abbia bisogno di rilanciarsi costruendo una metropoli competitiva, un sistema integrato di area metropolitana, rinnovando il tessuto industriale e passando a un’idea in cui la cultura, l’innovazione e la riscoperta della manualità artigiana costituiscono la base per il rilancio, che deve passare appunto attraverso la messa in rete dei servizi, costruendo infrastrutture metropolitane con connessioni moderne e sostenibili e attirando talenti». Zovico ha poi illustrato al pubblico e al presidente del Comitato di candidatura Innocenzo Cipolletta una proposta di progetto elaborata da Nordesteuropa.
«Lavoriamo da tempo al dossier, a partire dalla proposta del tema, che è il rapporto tra economia e cultura – ha detto il presidente del Comitato di candidatura Innocenzo Cipolletta – perché siamo convinti che la crescita di questo territorio, che ha saputo diventare uno dei più ricchi d’Italia e del mondo, sia attribuibile a una serie di qualità riassumibili nel termine ‘cultura’. E proprio investendo sulla cultura avremo nuove possibilità di crescita. Il 5 dicembre uscirà il bando ufficiale di concorso per l’Italia. Noi raccoglieremo tutti i contributi del territorio, compreso quello di oggi fatto con passione e pazienza e guarderemo ai giovani perché sono loro che ci daranno le idee da mettere in atto domani. La cultura non sta solo nei musei, ma la fanno il territorio, i giovani e i nuovi modi di comunicare».
Scendendo nel dettaglio, Cipolletta ha quindi spiegato che «il nucleo forte della nostra proposta è la costruzione di un programma che si leghi alle caratteristiche peculiari delle diverse realtà del nostro territorio, con le varie province legate assieme in una trama che rappresenta un mosaico, una metropoli virtuale unita da legami di carattere culturale. Individueremo poi alcuni percorsi forti tematici che facciano di questo territorio un unicum». Sono infine allo studio una serie di eventi di carattere particolare. «Il più evidente – ha concluso Cipolletta – è la pace, visto che il 2019 arriva subito dopo il centenario della fine del primo conflitto mondiale. Ma vogliamo anche lavorare unendo università, musei e imprese, unendo la tecnologia ai bisogni della cultura, con ricadute successive anche sulla vita normale».

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