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Gli italiani e le colpe della politica

La situazione finanziaria dell’Italia e di conseguenza degli Italiani non è delle più rosee: pressione fiscale alle stelle, tagli alle spese, aziende in fallimento, alto debito pubblico, solo per indicare alcuni problemi che affliggono il nostro paese. E i cittadini come vivono questo momento? Non è difficile intuirlo. Impiegati, lavoratori, studenti, disoccupati, pensionati: un coro unanime di sofferenza perché non si può più vivere con uno stipendio di 800 o 1000 euro (per chi ancora lo percepisce) e con cui bisogna pagare il mutuo o l’affitto, pagare le tasse scolastiche o universitarie ai propri figli, pagare le tasse e le bollette. E chi uno stipendio non ce l’ ha più?

Gli Italiani sono stati un popolo di mille risorse in grado di superare i problemi più gravosi e impensabili, ma se mancano le condizioni per poter lavorare, sia per conto terzi sia per conto proprio, perché le aziende chiudono e il mercato economico, le tasse, il pizzo non ti permettono di aprire nuove attività, allora la situazione si fa molto preoccupante e seria. E la colpa di tutto ciò di chi è?

Privilegi, sperpero di denaro, corruzione e quanto altro sembrano indicare  in maniera in equivoca  una scia, un colpevole di tante scelleratezze: la politica. A dire il vero un mea culpa deve essere recitato da noi cittadini che in questi anni non abbiamo saputo usare uno strumento potente: il voto. Ci siamo fatti abbindolare  o abbiamo ceduto alle lusinghe di  questo o di quel politico con la promessa  di un posto di lavoro, di un pacco di pasta, di buoni-benzina e così via dicendo. Avremmo potuto mettere fine  all’ El Dorado dei nostri cari politici e invece ci ritroviamo con le pezze sul fondo schiena. In un contesto del genere che rimedio c’è?

L’Italia è il paese dove si parla tanto e si conclude poco. Da più parti viene indicata la strada tecnico-legale come rimedio in grado di cambiare le sorti della Nazione, facendo da filtro alla nuova classe politica; una riforma elettorale in cui comparrebbero nuovi elementi, quali il limite per la spesa per i candidati in campagna elettorale, la soglia  di sbarramento al 5%, il divieto di formare nuovi gruppi parlamentari. Se la riforma di taluni aspetti legati alla forma di governo, alle camere, al sistema elettorale o alle leggi in generale può dare un nuovo impulso al cambiamento in positivo, è indiscutibile che la politica è fatta principalmente da uomini, da idee e da ideologie, valori sociali, etici e religiosi che hanno rappresentato la bussola per tante generazioni di Italiani. Bisognerebbe puntare in prima battuta sul cambiamento in seno all’ elemento umano per approdare ad una politica pulita e rispettosa del cittadino.

Giuseppe Coco

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