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La chirurgia estetica è un abito che bisogna saper portare

logo_cuntaIeri sera a Gela, nella terrazza sul mare del Tropicomed, si è tenuto il primo incontro della rassegna Cunta 2013 (narrazioni della contemporaneità), a cura dell’associazione culturale “da Terre in Mezzo al Mare”. L’argomento della serata è stato: Luci ed Ombre della chirurgia estetica, a parlarne il Dott.Marco Gasparotti, famosissimo chirurgo estetico tra i 100 più bravi al mondo. Coordinatrice dell’incontro è stata Rosanna Lambertucci, la quale, in qualità anche di vecchia amica del Dott.Gasparotti, ha egregiamente condotto la serata.

Il Dott.Gasparotti (che conta all’attivo 4520 interventi in 35 anni) ha iniziato il suo racconto parlando di come la chirurgia estetica non serva a far diventare più belli, piuttosto, induce a tirar fuori il fascino che ognuno di noi si porta dentro. Perchè, del resto, è quello che ci fa belli. Se non hai fascino, puoi rifarti il naso, puoi farti un lifting, ma non sarai mai bello. Su questo punto Gasparotti è stato molto chiaro:

“La chirurgia estetica – ha detto- è un abito che bisogna saper indossare. Deve starti bene, altrimenti non ha senso. La parola chiave nel mio mestiere è l’armonia”.

Altro elemento importante, ha spiegato, è che la chirurgia estetica deve essere applicata su soggetti sani:

“Soprattutto di mente!” ha sottolineato.

Con grazia ed ironia, Gasparotti, ci ha parlato dei suoi metodi di selezione dei pazienti:

“Il 45% dei pazienti viene scartato. Capisco immediatamente quando un paziente non va toccato. Se, per esempio, entra una donna nel mio studio, si siede e comincia a parlare dietro un paio di occhialoni da sole, via, scartata subito. Si tratta di sicuro di una persona depressa, il cui ultimo problema è la chirurgia estetica. O ancora, se una donna viene accompagnata dal marito e questo inizia a parlare al posto suo, idem, scartata. Se un uomo entra e mi spiega che vuole farsi il lifting perchè “non acchiappa più”, è fuori, non lo tocco. Un tipo del genere non “acchiappa” perchè è un idiota, non è interessante, non ha nessun fascino ed io non posso darglielo attraverso un intervento.”

Continuando è venuto fuori che il 29% dei suoi pazienti è avvocato, tra questi il 2-9% è un magistrato. Il 20% viene dalla Sicilia (popolo di vanitosi?). Solo il 10% degli uomini che si presentano nel suo studio viene operato e, dato sul quale poi si è soffermato a lungo: il 90% del suo lavoro consiste ormai nella correzione di altri interventi di chirurgia plastica, precedentemente subita dai pazienti con conseguenze spesso disastrose.

Alla fine dell’intervento sono state numerose le domande rivolte al Dott.Gasparotti, dato da sottolineare: la maggiorparte di queste è stata posta da uomini!

Insomma, una serata piacevole, un medico straordinario che non si prende troppo sul serio e un pubblico che si è lasciato appassionare dall’argomento. Questo è l’obiettivo di un racconto ben fatto, questo è l’obiettivo della rassegna Cunta.

 

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