Home » Informazione » News » TRA SPERANZA, SOGNO E RALTÀ. CATANIA NELL’EUROPA CHE VERRA’

TRA SPERANZA, SOGNO E RALTÀ. CATANIA NELL’EUROPA CHE VERRA’

Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare. Così suonavano ieri le parole di De Andrè e così oggi questo verso sembra volare a metà tra il furore indomito del vulcano Etna e le irruenti danze di pioggia e vento che vestono Catania in un febbraio inaspettato. Evidentemente anche la natura etnea, pur nelle sue indiscrete forme, non vuol escludersi da questa entusiasmante avventura chiamata Europa che la città dell’elefante sta vivendo con passione tra sogno e realtà. L’importanza e l’essenza del viaggio infatti non risiedono tanto nel travalicare il traguardo, quanto nella crescita, nell’esperienza e nell’ardore covati durante il percorso stesso. Il raggiungimento della meta è certo il porto sicuro dove i sogni e le speranze fecondano la terra ferma, ma chi e cosa sarebbe stato Ulisse se non avesse affrontato Scilla e Cariddi, o accecato Polifemo o udito il canto delle sirene prima di raggiungere Itaca?

curva1

Forse per i più oggi il “miracolo Catania” è un avvento inaspettato, una bella favola da raccontare con sguardo stranito e quasi spiazzato come quello dei domenicali telecronisti ed opinionisti delle tv, ma è più giusto pensarlo e viverlo come la naturale conseguenza di un’esponenziale crescita della società capitanata dal presidente Nino Pulvirenti. Programmazione, solidità di bilanci e investimenti sono solo alcuni dei tasselli fondamentali dell’impianto gestionale rossoazzurro, sempre più indicato a livello nazionale come sano modello in un mondo calcistico spesso schizoide e privo di solidi riferimenti. Fondamentali qualità queste, frutto di lavoro e di capacità di lettura critica circa l’importanza di una gestione seria ed oculata del sistema-Catania nella massima serie. Qualità affinate e responsabilità maturate in questi anni, tra scontri salvezza al cardiopalma ed avvenimenti eccezionali come i tragici fatti del 2 febbraio 2007.
Il Calcio Catania in questa stagione sta vivendo il periodo più esaltante della sua storia calcistica, nel momento in cui Catania boccheggia tra fame e disperazione, tra cassintegrati e povertà sempre più diffusa. Che sia forse solo una dolce consolazione per la città l’annunciato obiettivo Europa? Il Centro sportivo polifunzionale di Torre del Grifo, gioiello strutturale di professionalità ed efficienza sul territorio, dimostra che così non è e non può essere. Dimostra che il Catania non è solo una squadra di calcio, ma un pensiero, uno stile e soprattutto un motore che può e deve contribuire strategicamente ad una parte importante dello sviluppo della città nei suoi tessuti e nelle sue reti. Dopo l’ennesima salvezza, il dichiarato obiettivo Europa annuncia la prospettiva di un finale di campionato più che intrigante per la squadra di mister Maran, fase presaga di avvincenti incontri e calorosi entusiasmi cittadini.

curva2

Il Catania corre con Catania verso l’Europa. Non è uno slogan elettorale sin troppo facile di questi tempi, ma un’urgenza, un bisogno. Il calcio non può certo colmare le sofferenze e le difficoltà di una metropoli così complessa come quella etnea, ma quando dietro ad un pallone non corrono solo ventidue uomini ma anche il fiato, le attese e le commozioni più istintive di un’intera città che per novanta minuti oscura i suoi disagi, le considerazioni devono essere rispettosamente più serie. Il sogno Europa, va ben oltre punteggi, moduli e tango argentino, poiché mira ai cuori di gran parte della gente di Catania. Lo spingersi oltre, in un sentiero inesplorato e mai fino a questo momento pensato, può essere in fondo una straordinaria metafora della conquista, se pur forse momentanea e illusoria, di quegli spazi negati alle speranze e alle autoaffermazioni di buona parte dei tifosi presenti sugli spalti e non. Il sogno Europa è già probabilmente un piccolo riscatto per una città politicamente e istituzionalmente barcollante come la nostra. È già uno scacco alle frustrazioni e alle ansie cittadine sempre più accresciute dalla crisi economica, urbana e sociale. Forse è una lettura sin troppo estrema o romantica ma che ha il sapore del reale. Gli scenari futuri sono impensabili, ma è più saggio rimanere ancora al di qua dell’immaginazione, aspettando che gli eventi sportivi facciano il loro corso. Quel che certo è che la società Calcio Catania oggi è forse il bene più prezioso del nostro territorio, sia sul piano materiale che su quello umano. Essa è infatti motore di risorse, di lavoro e di investimenti economici che toccano gli interessi della città e dei cittadini ma è anche, soprattutto in questo momento, dispensatrice di sogni che mettono in bocca il sorriso e dolci evasioni ai catanesi. Sarà forse un’ amara illusione che passerà dopo questo febbraio inaspettato, ma se, come dice il poeta non v’è nulla di più reale al mondo che le illusioni, allora bisogna credere che le esultanze e le più intime soddisfazioni domenicali non andranno perdute. L’Europa allora è un abbaglio che tocca il quotidiano.

800px-Curva_Nord_di_Catania

Non è solo un continente, né un regime di mercato, né solo una grande competizione calcistica; oggi è un sogno che ombreggia la realtà di Catania, fatta dalle sue appartenenze, dalle sue quotidiane sconfitte e dalle sue infinite attese. L’euforia di una città non può essere semplicemente frutto di uno sfogo sportivo. Il fermento, la trepidazione ed il sorriso che passano attraverso dei goal toccano comunque l’umano e per questo meritano, così come per qualsiasi altra manifestazione, pieno rispetto e considerazione. Se il coraggio accompagna il viaggio nelle fatiche, Itaca non può essere più così lontana.

 

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.