Home » Informazione » News » Consumi: il Paese invecchia e si acquistano sempre meno beni e servizi primari

Consumi: il Paese invecchia e si acquistano sempre meno beni e servizi primari

Sono sempre più allarmanti i dati relativi all’andamento dei consumi delle famiglie. Secondo il Rapporto Consumi 2012, infatti, realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio, “la crisi economica in corso che, in termini di Pil ha riportato il nostro paese indietro di oltre dieci anni (-2,1% nel 2012), culminata con la maggiore contrazione degli ultimi cinquanta anni per i consumi (-4,0% nel 2012), si sta trasferendo negativamente sulle aspettative di reddito delle famiglie e sulla loro capacità di spesa; per l’anno che si è appena concluso, infatti, tutte le principali voci di consumo, in termini pro capite, hanno mostrato un segno meno, con un picco per il comparto mobilità e comunicazioni (-7,3%) e per viaggi e vacanze (-6,3%)”

“Analoghe performance, seppur di minore intensità, si registreranno nel 2013. Anche allargando l’analisi agli ultimi venti anni, l’andamento della spesa per abitante, in termini di quantità, registra, nel complesso, un incremento estremamente contenuto pari ad un tasso medio annuo di appena lo 0,5%; guardando alle singole voci di consumo, tuttavia, i beni acquistati sotto forma di tecnologia, come Tv, elettronica di consumo, telefonia risultano quadruplicati dal 1992 ad oggi, il consumo di beni/servizi per la salute si è accresciuto del 67%, i pasti al ristorante del 27%; in calo l’alimentazione domestica (-5%), abbigliamento e calzature (-8%); insomma, in un quadro di generale e prolungata stagnazione della domanda interna, si assiste ad una ricomposizione delle abitudini di consumo di un Paese che invecchia e che consuma sempre meno beni e servizi primari ma che non vuole rinunciare al tempo libero e alla tecnologia”

“La spesa delle famiglie ha subito una contrazione del 4,0%, la più consistente degli ultimi cinquanta anni. Il peggioramento registrato nel corso del 2012 sul versante dei consumi, rispetto alle stime iniziali, ha determinato una revisione al ribasso anche delle previsioni per il 2013. Nell’anno in corso la domanda delle famiglie dovrebbe mostrare una riduzione dell’1,0%. Particolarmente pesanti sono i i riflessi negativi sul fronte dell’occupazione, con una riduzione cumulata nel biennio 2012-13 di oltre 430mila unità, che andranno a sommarsi al milione circa di posti di lavoro distrutti nel periodo 2008-11”.
Secondo le stime di Confcommercio, negli ultimi vent’anni la spesa reale totale per abitante ha conosciuto un ritmo modestissimo di crescita, poco più del 9% in termini cumulati. Le voci che sono cresciute significativamente al di sopra della media riguardano il tempo libero, i servizi ricreativi e culturali, le vacanze e in particolare i beni e i servizi per le tlc, cresciuti nel periodo del 347%, Le spese per la salute, cresciute cumulativamente del 67% circa confermano il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione, così come l’aumento di oltre il 27% per spese nei pubblici esercizi evidenzia abitudini di consumo sempre più extradomestiche. È’ un’Italia, quindi, che non vuole rinunciare al tempo libero e alla tecnologia preferendoli ai bisogni primari.

“Un andamento allarmante, che peggiora di giorno in giorno senza che nessuno si decida ad adottare seri provvedimenti”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.
“Basti pensare che la “stangata” subita a causa dell’aumento della tassazione, dei prezzi e delle tariffe nel biennio 2012-2013 ammonta a +3.823 Euro a famiglia (di cui 2.333 nel 2012 e 1.490 nel 2013).
Di fronte a tale crescita incontrollata ed ingiustificata, da anni, invochiamo misure urgenti: a partire da maggiori controlli sulla determinazioni dei prezzi e da un serio sostegno, sotto forma di detassazione, per le famiglie a reddito fisso (lavoratori e pensionati) che risentono in misura maggiore gli effetti negativi della crisi.
È indispensabile, inoltre, concludono Trefiletti e Lannutti, che il primo punto all’ordine del giorno del nuovo Governo sia abolire definitivamente l’inaccettabile aumento dell’IVA da luglio, che avrà effetti ancor più disastrosi per le famiglie e per l’intera economia”.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.