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Serie A: Catania ci risiamo ma non si spegne il sogno, Palermo diesel da profondo rosso

E’ ancora scandalo arbitrale per il Catania, che ogni qualvolta si affaccia pericolosamente a quella benedetta zona Europa, si vede rimbalzata da direzioni arbitrali di un certo tipo, fortuna vuole che le altre abbiano tutte rallentato e la zona Europa League rimane dunque ad un tiro di schioppo. Il Palermo riesce a perdere in casa contro l’Atalanta e guadagna la pericolosissima posizione di ultima della classe, non approfittando del passo falso del Pescara in casa contro la diretta concorrente Bologna.

CATANIA FAI PAURA AL “TUO” PALAZZO

Napoli-CataniaE’ passato pochissimo dall’elezione a consigliere di lega del Presidente Antonino Pulvirenti, ma nonostante questo il Catania non riesce a far ancora la voce grossa e viene trattato come una “piccola” sacrificata in nome della spettacolarizzazione del campionato. Non è vittimismo per carità, soltanto cronaca dell’ennesimo scempio arbitrale che ha travolto un Catania non bellissimo, al cospetto di un Napoli dal duo Cavani-Hamsik scatenato. Tatticamente Mazzarri ha schierato il suo solito 3-4-1-2 con Grava, Cannavaro e Gamberini con Mesto e Zuniga a fare da stantuffi instancabili sugli esterni e Cavani-Pandev a mettere paura alla difesa rossazzurra con Hamsik a suggerire. Maran dal canto suo, fatto fuori Marchese per motivi di mercato, ha dovuto reintegrare Capuano in formazione titolare a sinistra, schierando Bellusci sul versante di destra e Rolin a centro difesa. In mediana la qualità di Lodi protetta dai muscoli e la corsa di Biagianti e Izco.

In avanti i soliti Gomez, Barrientos e Bergessio. Gara strana, in cui al Catania sono venuti meno l’estro di Lodi, la precisione difensiva di Marchese (Capuano deve ancora trovare la forma partita dopo mesi di esilio) e la vena di Gomez ben imbrigliato dalle attenzioni partenopee. E così il buon Camilo (Zuniga) la mette in mezzo e l’accorrente Hamsik dimenticato da Ciro la mette dentro per l’1-0. Il film di De Laurentis è perfetto, è appena il 31’ del primo tempo ed il Napoli è già a pari merito con la Juventus. La trama però rischia di venire stravolta da una follia difensiva sempre del buon Camilo, che evidentemente dopo aver rivisto decine e decine di volte le giocate di Maradona giustamente ne attua la più furba, il tocco di mano (braccio in questo caso) in area (la propria per l’occasione). Anche stavolta l’arbitro di turno Calvarese, non sanzione il gesto e il film rimane sui binari giusti, niente rigore per il Catania.

Qualche minuto dopo ancora pericolo per il fantastico film che si sta girando al S.Paolo, stavolta è Grava che in un impeto da “altrimenti ci arrabbiamo” su una piccola provocazione di Bergessio, rifila un pugno in faccia al povero Gomez, espulsione? Ma quando mai, un misero giallo inspiegabile, perché a quel punto avrebbe dovuto ammonire anche Bergessio a rigor di logica. Già la logica, le logiche, impongono il the show must go on e quindi il Napoli deve agganciare la Juve e niente e nessun avvenimento in campo, può frapporsi a questo risultato cambiando la trama si un fantastico film che potremmo titolare “L’aggancio”. Il goal di Cannavaro su ennesimo svarione difensivo chiude i conti, Cavani stratosferico, Pandev e Hamsik in formissima sono solo pretesti, la gara è giusto finisca così e così finisce.

PALERMO E’ UN FILM HORROR

Palermo -Atalanta

Dal film per famiglie partenopeo, al film vietato ai minori rosanero. Il Palermo vive un momento nerissimo, i risultati non arrivano, diremmo anzi che non possono arrivare, avendo innestato in formazione titolare ben 4 nuovi acquisti degli ultimi giorni di gennaio e 2 di giorni meno recenti per un totale di ben 6 new entry dal mercato di riparazione. Fanno quasi tenerezza le parole preventive di Gasperini abile a mettere le mani avanti ultimamente, che prima della gara con l’Atalanta rimpiangeva l’ormai ceduto Brienza, “l’avrei schierato titolare” dichiarava, come se dal suo impiego potesse dipendere l’andamento della gara. Già scritto dunque il risultato, sconfitta, l’ennesima, la quarta in casa, l’ottava stagionale. Insomma un profondo rosso inquietante come un film di Dario Argento, anzi di più, che mette panico e paura nelle vene dei palermitani. Tatticamente il 3-4-2-1 di Gasperini è anche una buona idea, con un buon possesso palla limitato appunto al solo possesso e dunque sterile, come un albero in pieno inverno. E nell’inverno-inferno il Palermo sprofonda sotto i colpi di Carmona e Denis, Nelson è solo un tiepido timido sole che prende in giro, di quelli che riscalda un attimo per poi lasciare al freddo polare del -18 dal Catania, certamente un affronto, una catastrofe che solo il buon Dio a questo punto potrà decidere di limitare con un miracolo (perché non si vedono altre soluzioni alla questione se non interventi divini al momento).

Potrebbe essere l’ultimo derby il prossimo tra Catania e Palermo al Massimino, già qualcuno al Barbera pensa a vincere quello per raccogliere l’unica soddisfazione di questo girone di ritorno, misera, inutile, se poi l’effetto sarà quello di finire in Serie B. La maledizione del Catania a quanto pare colpisce inesorabile: giocatori (Vargas, Martinez, Mascara), allenatori (Zenga, Mihajlovic, Montella dell’ultimo periodo) e dirigenti (Lo Monaco), quel quadro con le bamboline voodoo delle avversarie nella sala riunioni di Torre del Grifo fa proprio il suo dovere e già.

Roberto Mattina

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