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IL COREOGRAFO EMILIO CALCAGNO – COMPAGNIE ECO PRESENTA IN ANTEPRIMA LO SPETTACOLO “CATANIA CATANIA”

Dalla religione all’omertà, dal profano ai seni di Sant’Agata

in “Catania Catania” esplode la sicilianità

Catania CataniaViagrande, 17 maggio 2016 – Forte, struggente, appassionante. Emilio Calcagno danzatore e coreografo, ritorna a Catania. Il coreografo catanese andrà in scena in anteprima con “Catania Catania” sabato 21 maggio alle 20.30 a Viagrande Studios, centro catanese di ricerca e produzione per le arti performative.

Un lavoro di ricerca intima: Calcagno è riuscito a tratteggiare la sua terra, guardandola con lo sguardo dello straniero. «Il mio punto di vista è oggi siculo-francese, dopo 26 anni vissuti all’estero si possiede inevitabilmente una doppia cultura».

Ventisei anni trascorsi a lavorare in Francia: dalla formazione presso il Centre de Danse International Rossella Hightower a Cannes e il CNDC d’Angers, alle esperienze professionali con il Ballet Preljočaj, fino alla fondazione, nel 2006 in Francia, della sua Compagnia “Eco” che attualmente dirige. Calcagno adesso è pronto a parlare della sua città che riesce a tratteggiare in modo unico, tra movimenti frenetici e una musica incalzante.

Calcagno sceglie di provare lo spettacolo nelle sale di Viagrande Studios e svela qualcosa della sua creazione. Sul palco limoni e arance. «Le arance e i limoni ci portano direttamente in pieno Mediterraneo, in Sicilia e ci ricollegano a situazioni che sono le nostre. Sono elementi molto rappresentativi, così come il gusto di questi due agrumi: dolce il gusto delle arance, agro quello del limone; quando ho chiesto ai ragazzi siciliani la differenza tra i due sapori mi hanno risposto nessuno, mentre all’estero il limone è visto come qualcosa di molto più particolare, mi sono sembrati elementi importanti, caratteristici da mettere in scena».

Catania Catania” nel titolo e nella creazione farebbe pensare a un richiamo alla coreografia del 1989 “Palermo Palermo” di Pina Bausch. « “Catana Catania” è diverso da “Palermo Palermo” anche nelle sonorità: “Catania Catania” suona, come il catanese, come il Barocco, suona come un gioco. Il catanese per me è una persona con infinite peculiarità, che ride degli avvenimenti. Voglio descrive le situazioni legate alla religione, al profano alla politica. Mi sono reso conto che questi tre aspetti sono riuniti nella nostra Isola, non c’è differenza tra religione e mafia, che sia potere divino o terreno si parla comunque di potere. Questi assetti così diversi tra loro si sono incastrati in questa creazione e sono nate con una Santa che si attribuisce un potere divino, così come ognuno in quest’Isola è capace di attribuirsene uno. Una santa che gioca con gli esseri umani. Quando la Bausch si interessò a Palermo venne come tedesca in Sicilia, io ritorno… da siciliano guardo le cose in modo diverso: doppio».

Uno spettacolo intenso. L’obiettivo del coreografo non è raccontare Catania ma cogliere delle situazioni in base quindi a scelte ben precise. Un ritmo incalzante. «La musica è una creazione originale di Pierre Loburgeois – svela il coreografo – con qualche pezzo di varietà italiana, c’è molto techno e house con ritmi veloci; è un contropiede che ho preso al corpo siciliano che ha dei tempi rallentati. Quando si viene in Sicilia ci si deve abituare ai nostri ritmi, che trovo unici. I corpi in scena invece saranno elettrici, delle anguille, dei pesci sbattuti. Voglio uscire da questa situazione di stallo, così come ho fatto io con la scelta di andare via tanti anni fa»

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