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Taormina Film Fest: l’apertura e un omaggio a Rosario Dawson e Abrima Erwiah

copertina

E’ all’insegna del colore e delle emozioni la giornata di apertura della 61° edizione del Taormina Film Fest. E, per una volta, non è una frase fatta o un’espressione giornalistica di rito. Perché le emozioni dell’ultimo capolavoro della Pixar, proiezione-evento della serata di sabato 13 Giugno, inondano realmente di colori primari le atmosfere di una giornata ricca di incontri e eccitazione. Così “Inside Out”, oltre ad essere il titolo dello splendido cartone d’apertura, si candida a divenire espressione-chiave dell’inaugurazione del festival.

locandina insideout

“Dentro” si consumano le emozioni (gioia, attesa) legate agli eventi e ai personaggi incontrati; “fuori” trepidazione e entusiasmo si amplificano ulteriormente, perdendosi nell’eco di scenari che non smettono mai di mozzare il fiato, con l’Etna testimone affettuosa di sempre (perfino il cortometraggio Pixar “Lava” che precede “Inside Out” non sembra essere capitato lì a caso). E’ Taormina bellezza e tu non puoi farci niente, niente! E se, prendendo in prestito la meravigliosa intuizione Pixar, dovessimo scegliere il colore-guida del giorno, allora questo non potrebbe essere che uno sfolgorante Giallo-Gioia. Proprio come quello legato ai sorrisi e alla spensieratezza che si respirano durante la conferenza stampa di “Inside Out”, dove giovani e affiatati coach (capitanati da Frank Matano) accompagnano la promozione del Web Talent Show, un contest legato al film e inteso a premiare le migliori manifestazioni “emozionali” degli italiani. Webstar, youtuber, performer e attrici questi ragazzi guidano con freschezza e simpatia l’incontro, interpretando le emozioni a loro “assegnate” con garbo e convinzione, evitando accuratamente (sotto suggerimento del mattatore Matano) tutto ciò che non appare opportuno o, meglio, disney(lly) correct.

matano

Ma gioia è anche risate, come quelle dispensate a larghe mani da Claudio Bisio, protagonista del primo Campus con il pubblico. Un incontro molto “Zelig” il suo, caratterizzato da digressioni importanti sulla carriera (dagli esordi al Piccolo Teatro fino al cinema con Salvatores e, senza troppi diaframmi fra l’uno e l’altro, ovviamente la tv) e sulla sua versatilità lavorativa (gli impegni nel doppiaggio e quelli di scrittore), passando naturalmente per quell’irrinunciabile confronto “live” con il proprio pubblico, pane ideale per i denti affilati di un purosangue da palcoscenico come lui. Un momento che, complici alcune bizzarre domande dalla platea, non ha fatto che alzare il livello di una temperatura comica già alle stelle. Il finale? Quasi mezz’ora di autografi e selfie con giovani e meno giovani (in barba alle rigide scalette orarie), tutti eseguiti col sorriso pronto e le battute fulminanti caricate in canna.

bisio selfie

E se alla gioia di questo Campus segue l’attesa un po’ snervante (quasi un’ora) per il successivo, la (montante) Rabbia di alcuni presenti svanisce subito all’apparire delle splendide e solari Rosario Dawson e Abrima Erwiah, giunte a Taormina per ritirare l’Humanitarian Taormina Award per il loro progetto di solidarietà sociale, lo “Studio One Eigthy Nine”. Una linea di moda artigianale, creata dalle mani delle lavoratrici africane, che si propone come strumento di riscatto sociale ed economico per le comunità locali e soprattutto per quelle donne vittime silenziose di violenza. Un investimento industriale encomiabile (i ricavati vanno direttamente alle lavoranti) che mette in ombra ogni celebrazione festivaliera della Dawson-attrice (La 25°ora, Sin City, In trance), permettendo piuttosto di portarne alla luce tutta l’umanità insieme a quella della sua “gemella” straordinaria e indispensabile, l’esperta di moda Abrima Erwiah. A loro, incantevoli e sincere come poche, va l’omaggio illustrato di Vois che le celebra, opportunamente, per l’impegno così intrapreso.

abrima mostra disegno

DAWSON ERWIAH2 copia

Un dono accolto con inaspettato stupore ed affetto e che permette a entrambe di soffermarsi sull’importanza dell’arte quale strumento di riscatto totale. Dice Abrima Erwiah nel suo italiano scorrevole e comprensibilissimo “Per le persone che lavorano con me, quando io tornerò con questo (riferendosi al disegno) nelle mani, io ti giuro le farò piangere”. Di sicuro commuove chi scrive ricordare gli sguardi di Rosario e Abrima, colmi di un’emozione e una gratitudine raramente così autentiche e istintive. La Gioia a fine giornata si è unita a Tristezza, proprio come accade nel film Pixar, ma si tratta di un’emotività positiva e liberatoria, foriera di toccante umanità e sincera condivisione. Il Glamour intorno al Festival soccombe dinanzi al vero dei suoi protagonisti. E stavolta, è il caso di dirlo, la bellezza è realmente “inside out”.

Testo e disegno di Andrea Lupo
Foto di Danilo Vitale

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