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Vivo successo a Palermo per l’inaugurazione di “Paesaggi di mare”

Vivo successo a Palermo per l’inaugurazione di “Paesaggi di mare”, la nuova prestigiosa rassegna di letteratura e musica

Tahar Ben Jelloun: “Onore alla Sicilia, terra che vanta il primato nell’accoglienza”

La manifestazione è promossa dall’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo per valorizzare gli incantevoli itinerari costieri dell’Isola

paesaggi di marePALERMO (17 giugno 2016) – «Onore alla Sicilia, alla sua storia stratificata, intessuta di culture diverse ma integrate. Onore al valore di una terra che vanta il primato nell’accoglienza. Onore alla tolleranza del suo popolo, che ha permesso la convivenza e l’incrocio delle civiltà mediterranee, fino ad oggi altrove negata. È anche per questa consonanza che qui mi sento a casa, e non solo perché tra le multiformi identità ritrovo le radici arabe da cui provengo».

Così Tahar Ben Jelloun ha risposto ieri sera al calore del pubblico che gremiva il Chiostro della Galleria d’Arte Moderna per l’inaugurazione della rassegna itinerante “Paesaggi di mare”, promossa dall’Assessorato Regionale al Turismo guidato da Anthony Barbagallo, con la direzione artistica di Antonella Ferrara che ha condotto la serata con competenza ed eleganza.

Parole vibranti quelle del grande scrittore franco-marocchino, al quale per l’occasione è stata conferita la cittadinanza onoraria di Palermo, a lui assegnata dal sindaco Leoluca Orlando alla presenza di autorità quali il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo, il console del Marocco Ahmed Sabri, quello della Tunisia Farhat Ben Souissi e il presidente della Consulta delle Culture Adham Darawsha. “Nel capoluogo siciliano, da sempre libero e tollerante crocevia di culture, si può ben individuare l’ideale città di adozione per uno spirito altrettanto libero e tollerante come Tahar Ben Jelloun”, come il primo cittadino ha sottolineato.

L’autore di libri come “Il razzismo spiegato a mia figlia” ha analizzato con l’insigne antropologo Marco Aime la crisi del mondo musulmano e i suoi riflessi sull’Occidente, laddove le carrette del mare e i profughi che le affollano costituiscono uno degli aspetti più tragici del fenomeno migratorio, insieme al razzismo e alla furia iconoclasta che insanguina i nostri giorni. Una conversazione densa di messaggi ed emozioni, riflessioni e consapolezza, attraversata dalle sapienti escursioni sulla tastiera di Danilo Rea e dalle letture cui l’attore Edoado Siravo ha dato profondità e alto sentire.

La rassegna è emblematica del nuovo corso che l’assessore regionale Anthony Barbagallo ha impresso al dipartimento del Turismo: “Puntiamo all’uniformità delle PMO tematiche e alla destagionalizzazione. Intendiamo così rafforzare le nostre radici e valorizzarle quale volano turistico. Per “Paesaggi di mare” scrittori internazionali, musicisti, attori, maître à penser, convergono in cinque storiche città costiere che sorgono sui tre lati della Trinacria. Una progettualità inedita sulle tracce di Fenici e Greci, Romani e Bizantini, Arabi e Normanni. Vogliamo andare oltre il dominante turismo balneare estivo e proporre un viaggio esperienziale di suggestioni e sensazioni, attraverso le meravigliose coste di rilevanza storica, artistica, paesaggistica. Con una specifica attenzione all’enogastronomica che è alla base della Dieta mediterranea».

La rassegna prosegue a Marsala (1 ottobre), Siracusa (22 ottobre), Agrigento (6 novembre), Catania (17 novembre). Tra gli ospiti delle varie tappe, gli scrittori Luis Sepúlveda, Dacia Maraini, Matteo Collura, Santo Piazzese; i musicisti Francesco Cafiso, Francesco Buzzurro, Nello Toscano, Dino Rubino, gli attori Vincenzo Pirrotta, Mariano Rigillo, Lucia Sardo, David Coco; i giornalisti Felice Cavallaro, Gaetano Savatteri e Alberto Bilà, lo storico Giovanni Brizzi. Un elenco di nomi che non hanno bisogno di presentazioni e conferma il livello della manifestazione.

Il progetto è stato concepito da Antonella Ferrara, direttore artistico di “Paesaggi di mare” e da tempo lungimirante fondatrice e presidente di Taobuk, il festival delle Belle Lettere da lei creato nel 2011 a Taormina. «La linea direttrice del programma – ha spiegato – è il legame con la Sicilia degli scrittori ospiti, due dei quali di prestigio internazionale. Il marocchino Ben Jelloun, esponente della cultura araba progressista, rappresenta l’altra sponda e l’altra faccia del Mediterraneo. Dal canto suo, il cileno Sepulveda, anch’egli figlio del martoriato Sud del mondo, nella sua lingua neolatina possiede quel coté ispanico tanto caro proprio a Sciascia. Gli altri sono autori siciliani che la Sicilia raccontano da sempre. A partire da Dacia Maraini, la narratrice italiana forse più amata. Così Matteo Collura, con la sua Sicilia sconosciuta, propone un invito ad itinerari inconsueti. Infine, Santo Piazzese e Gaetano Savatteri sono rappresentativi di una più ampia rosa di scrittori dall’idem sentire, pronti a cogliere l’isola vista dagli “stranieri” come nel volume di autori vari Il sogno e l’approdo».

Questo primo incontro era ispirato alle parole di Bufalino «Tante Sicilie, perché?» (L’isola plurale in Cere perse): si è perciò articolato sui temi dello scambio, delle differenze, e traendo spunto dal recentissimo romanzo di Ben Jelloun, Il matrimonio di piacere. L’itinerario collegato è “Al Idrisi e il Libro di Ruggero. La Sicilia vista dal mare”, omaggio ad uno dei più grandi geografi della Storia, che ha lasciato un ritratto dettagliato dei siti arabo-normanni. L’individuazione delle mappe turistiche è a cura della Rotta dei Fenici-Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa e dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, di cui è direttore Antonio Barone, intervenuto per illustrare i cinque percorsi.

Esempio egli stesso di militante impegno civile, Tahar Ben Jelloun racconta: “Sono stato a Lampedusa, ho conosciuto quella gente incondizionatamente solidale con chi soffre: chi è quotidianamente invaso dallo sbarco di migliaia di disperati, è il primo ad amarli. È bellissimo umanamente, ma se vogliamo che la strage finisca non basta più curare effetti ed emergenze. Occorre risalire alle cause, rimuoverle. Ci sono paesi da cui si fugge perché non vengono rispettati i diritti dell’uomo, altri in cui la miseria è insopportabile. E non sempre si tratta di paesi poveri, spesso sono governati da regimi che affamano il popolo e non distribuiscono equamente le risorse ai sudditi. Il compito dell’Europa è prendere una posizione autorevole affinché il disagio possa mutare alle radici, non ci sia più necessità di lasciare i paesi d’origine e il fenomeno migratorio si esaurisca. Occorre spegnere l’odio, che alimenta il razzismo più del colore della pelle. In realtà siamo tutti diversi gli uni dagli altri, perciò nessuno può permettersi di mancare di rispetto ad alcuno. E questa unicità e irripetibilità dell’individuo la vera ricchezza dell’umanità”.

 

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