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Annalisa e l’applauso trovato senza strafare.

Quando a Sanremo, circa un mese fa, Annalisa si è presentata in gara con i due brani così come previsto dal regolamento, abbiamo subito pensato che l’artista e tutto l’entourage della sua etichetta, puntasse molto sul passaggio alla fase successiva di “Scintille”, vispa, allegra, diversa e troppo forte rispetto alle velleità della obsoleta “Non so ballare”, stanca melodia senza mordente, con un testo non male, scritto da Ermal Meta, leader dei La Fame di Camilla, ma musicalmente innocua e senza alcuna possibilità di metter in mostra il talento vocale della nostra; ed Annalisa di talento ne ha davvero da vendere. Dietro una fragilità eterea dell’immagine, che spesso è stata scambiata per freddezza, si nasconde una vocalità davvero poderosa, fatta di precisione e pienezza, unite ad una scelta stilistica che premia più il controllo che l’istinto e, visto il tanto istinto che c’è in giro, non guasta. Ascoltando poi tutto il disco, il concetto che “Non so ballare” fosse un riempitivo, vittima sacrificale di “Scintille”, appare ancor più evidente; tutte le altre canzoni avrebbero difatti potuto giocarsela ad armi pari con la prescelta. Allora perchè proteggere “Scintille”? Perchè esso è un brano che scosta Annalisa da un territorio melò che va bene per fans brufolosi, ma crea orticaria nella critica, perchè le permette di non cantare raccolta tra le spalle, cercando di nascondersi dietro all’asta, ma di concedersi la possibilità di conquistare il palco. Il passaggio non è servito comunque per la critica più insormontabile, quella che abbiamo letto, scritta da colleghi sempre poco accondiscendenti verso il pop, che ha bollato la cosa con degli impietosi tre e quattro, ma è servito invece ad aprire ad Annalisa le porte delle radio, che non sempre l’avevano sostenuta. Noi, pur non reputando “Scintille” il brano della vita, lo abbiamo trovato grazioso assai, con quei fiati d’altro tempo rispetto alla bella faccia liscia della vocalist e con quell’inciso che entra quasi a sorpresa. In essa Annalisa non esplode mai vocalmente, eppure tiene le basse con padronanza ed il registro medio con pienezza e precisione, come volevasi raccontare prima. Ma in “Non so ballare”, e non capiremo mai perchè prendere dal brano minore il titolo per il disco tutto, ci sono tutte le rimostranze di cui una voce deve fare bella mostra, come in “Spara amore mio”, sempre di Meta, stavolta insieme a Faini, e di gran lunga brano migliore di tutto il lavoro, con la ritmica quasi jungle fornita da innesti di console e falsetti ad eludere e diversificare le attese dell’acuto facile sull’inciso. “Io, tu e noi” meriterebbe altresì l’onore di un’uscita come singolo, per la fortissima capacità evocativa che faciliterebbe anche la creazione di un video; noi lo si immaginerebbe come un sogno ambientato tra la fine del 700 e l’inizio 800, su di un carro da artisti di strada, con Annalisa protagonista, mentre con esso vaga di cittadina in cittadina, adunando a se i bambini dalla strada ed offrendo loro  la sua arte, tra finte magie, giochi e risate, il tutto con un lui nelle vesti di clown a cui alla fine dire:” ogni cosa che vorrei, siamo io, tu e noi… te lo dico prima o poi” e sulla chiusura, svegliarsi ed accorgersi che trattavasi solo di un sogno. Annalisa si destreggia brillantemente in brani da musical fiabesco come “Alice e il blu”, nel pop corale di “A modo mio amo” scritta da Roberto Casalino, che si rivela sempre prezioso per lei, e ballate con innesti elettronici come “Tutta l’altra gente”, in cui nei vocalizzi finali ricorda la brava ma mai compresa Silvia Salemi. Chiude una vera e propria perlina, quella “La prima volta” , tutta piano, voce e violoncello, delicata e sussurrata, come a dimostrare ancora una volta che Annalisa non ha bisogno di urlare, per arrivare dritta a chi l’ascolta e conquistarsi un:” brava”. “Non so ballare” è un disco giusto per il momento artistico di Annalisa, come era giusto raccogliere quella popolarità che una partecipazione a Sanremo regala. Tutto preciso quindi, come precisa è Annalisa ma che da oggi è anche più calda.

Sette +

 

 

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