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L’Italia Giusta di Bersani alle Ciminiere di Catania. Tirare fuori dal cappello il coniglio della Crisi

24-25 Appuntamento nazionale per le primarie 2013.
Catania tappa di Bersani, Grillo, Ingroia e prossimamente Mister B. Gli schieramenti sono chiari. La tensione del rush finale “campagna elettorale” smuove le masse del nostro entourage non indifferente all’arrivo dei Leaders. Ieri è stato il caso di Bersani. Durante l’incontro previsto al centro fieristico “Le ciminiere”, sono intervenuti il capolista al Senato, Corradino Mineo e la capolista del Pd alla Camera in Sicilia Orientale, Flavia Nardelli. Non poteva mancare Luca Spataro, segretario PD Catania che presentati i candidati alle liste, ha accolto Bersani con un breve e intenso intervento stampo messianico. Secondo Spataro, il messia Bersani dovrebbe redimere una terra che per lunghi 17 anni è stata travagliata dalla fantapolitica by Berlusconi. La soluzione Bersani alla recessione?
Una sfida, una potenziale sfida per il cambiamento. Ammettere e constatare la forza propagandistica del partito col piede in campagna elettorale, a raggi X. Il PD trae forza nei compagni. Il compagno PD in ex PC, non teme la radiografia a trasparenza e onestà?

Bersani a Catania

Una sala gremita di bandiere in tricolore, ha abbracciato la visione familiare di un partito che negli anni è cambiato sì, ma che visivamente vanta di fedeli seguaci, stretti agli ideali “sinistrini”.
PD accelerato, consapevole dell’esito felice delle primarie 2013. Primarie già scontatamente vinte. “Ho fiducia che il giaguaro, il giaguarone, lo mettiamo sotto, che lo smacchiamo”, così nel tono che lo contraddistingue, Bersani ha raccomandato “L’italia Giusta”.
“L’arma atomica del nostro partito è la partecipazione. La partecipazione fatta di gente, non di pubblicità o forzature dettate dai media. Più che apparire nei salotti televisivi preferisco stare con voi, incontrarvi per darvi coraggio, compagni! Abbiamo il vantaggio competitivo di essere compatti, di appartenere ad un partito popolare, pulito, che si muove per la solidarietà, un partito trasparente, storico.”
Bersani rivendica e vanta gli avvertimenti dati in Ex Ante, quando contestare la superficialità delle scelte del PDL veniva arginata in: crisi psicologica, disfattista, eppure i ristoranti sono pieni.
Il coniglio per magia esce dal cappello dello sprofondamento recessivo. Il coniglio triste dei tagli, del Welfare morto, della disoccupazione e della malaria giovanile. La figura metaforica si rifà ai 4×3 miliardi che secondo Bersani, Berlusconi dovrebbe restituire sottoforma di denaro e di peccato. Espiare il condono tombale, le quote latte ed Alitalia. Macro-fallimenti di un circolo vizioso dovuto agli errata corrige di spreco-spesa nel pubblico. I conti non tornano, non si affacciano nella maschera Imu, nel populismo sfrontato, nell’abusivismo psicopatico dell’impatto con la massa popolo.
C’era una volta la crisi? No, non è questo l’incipit, perché la crisi è il presente. Siamo fracidi e stracciati dal tempo infelice. A ricordarcelo la riflessione di Flavia Nardelli che ha dichiarato: “Le dimissioni del Pontefice ci costringono a prendere coscienza della crisi mondiale. Crisi che deve essere affrontata con vigore e a cui rispondere con integrità”.
Le attese della povera gente o gente povera?
La Nardelli punta sul “fascino labile della democrazia”. Riprende il concetto di partecipazione del cittadino nella Res Publica. Si allinea, ma sbatte contro le promesse demagogiche ed ideologiche di chi la politica la mantiene solo nell’utopico futuro di un domani senza domani. Aggiunge: “Coerenza, ecco. Coerenza, impegno e correttezza. Questo osserva il PD e va controtendenza perché crea forme di partecipazione che non si impongono dall’alto, ma provengono dal basso”.
Andamento verticalizzante contro la gravità. E nella gravità di una politica che schiaccia, ritornerebbe l’antropocentrismo del cittadino come fulcro del discorso politico e dell’azione a cui deve mirare chi governa.
“Contrastare l’esasperato individualismo con il riscontro solidale di venire incontro alle fasce più deboli” – dichiara Corradino Mineo, capolista al Senato. Acclamato, torna tra i siciliani e stringe nuovamente la propria terra. “Terra in cui la crisi è sfacciata. Terra delle promesse, terra dove la destra strizza l’occhio alla Mafia, terra dei finanziamenti fantasmi, terra di un ponte leggendario senza ferrovia, terra barricata dal Mediterraneo e fuori dal Continente”.
E del “divario continente e isola”, Mineo ha continuato a lungo, allargando il disagio con la parola intensa di chi ama questa terra Sicilia, di chi spinge e punta al cambiamento.
Un cambiamento concetto, idea e poi fatto. Cambiamento in primis contro il cadavere Mafia che inquieta, senza sporadico sentimentalismo, le classi dirigenti dei nostri comuni. A denunciarlo con tono brusco, deciso e necessario anche Bersani.
Un paese lacerato dal conflitto inesauribile tra Nord e Mezzogiorno, dinamica distruttiva e divisoria voluta dalla Lega. Il Leader PD ce lo ricorda: “Cosa e come costruire sulla divisione? Sul fallimento dell’ideale, della costituzione, sull’abnegazione del tricolore? Il mercato deve prescindere dalla fisionomia catastrofista del tempo detto Crisi. La crisi deve ripartire dagli ideali sempreverdi non dalle ideologie, non dall’esasperato individualismo egoistico. Ripartire per una nuova forma mentis sociale. La società entrata in crisi col concetto accentuato di disuguaglianza, torna ai temi della solidarietà e del lavoro.”
Col panno della disuguaglianza, Bersani asciuga i secoli della sinistra. L’omogeneità comunista non affonda nella democrazia. Democrazia è sinonimo di disuguaglianza, di conflitto. Il concetto dovrebbe vertere sullo sfrenato consumismo (reddito-capitale) del divario profondo tra ricco-povero. L’allontanamento delle due parti e l’assenza di una classe media infatti ha peggiorato vivibilità e sussistenza.
“Il prof. Monti che non ha mai incontrato questo disagio, – ha aggiunto il Leader – non potrà intervenire a favore di, ma sarà fomentato ancora dai ragionamenti tecnocratici ad hoc nel mirino Europa, balbettando in termini di bilancio e pareggio. I voti che chiede il PD non sono abusivi e non tergiversano in taciuti compromessi.”
“L’Italia giusta” vuole essere moralità e lavoro. Bussola dei diritti garantiti, sostenimento all’occupazione femminile, diritto della parità di genere, lavoro e occupazione, cittadinanza agli immigrati nati in territorio italiano, istruzione, ricerca, valorizzazione dei modelli educativi e sull’abbandono scolastico precoce.
Solidarietà, legalità, coppie di fatto, tutela della salute, eco-sostenibilità, innovazione tecnologica e scientifica, tagli alle spese militari. E ancora: riforma elettorale, conflitto mediatico, rientro capitali dall’estero, liquidità alla piccola impresa.
Ripartire dal lavoro e arrivare al lavoro. Regolare il sistema bilanciando gli spicchi e le sproporzioni ingiuste ed ingiustificabili di chi ha fame e di chi spreca. Le conclusioni di Bersani, seguite dal caloroso applauso dei compagni, le ricorderemo. Staremo a vedere. Ricorderemo la responsabilità dietro le promesse, dietro l’ennesima figura Leader di chi vuole salvare l’Italia. Gli impegni vanno mantenuti, non vogliamo più castelli di sabbia!

Valeria Battiato

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