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La vera storia della Marinella cantata da De Andrè

Ricordiamo tutti Marinella, la bella canzone di Fabrizio De Andrè del 1968, ve ne parlo perché uno psicologo, Roberto Argenta, cultore delle canzoni del cantautore genovese è andato alla ricerca della vera storia della protagonista e ne ha fatto un libro: Storia di Marinella…quella vera (Neosedizioni). Nel libro si racconta di come il famoso brano fosse ispirato da un fatto di cronaca realmente accaduto e letto dal cantautore genovese su un quotidiano.

A dare il vero nome alla ragazza scomparsa è stato proprio Argenta: “Si chiamava Maria Boccuzzi e amava ballare. Era una prostituta di 33 anni, aggredita a Milano, colpita con sei colpi di pistola e gettata nel fiume Olona”.

Marinella/Maria, era di origine calabrese, aveva lasciato il lavoro da operaia per entrare nel mondo dello spettacolo come ballerina, col nome d’arte Mary Pirimpò.  La poverina, però, finì in un giro di prostituzione, fu uccisa e il suo corpo, come recita anche la canzone, venne gettato nel fiume.

L’assassino non fu mai trovato; era l’Italia degli anni ’50 e le indagini già rivelavano scenari con festini a base di alcol, sesso e droga.

Fabrizio De Andrè aveva trascorso gli anni della II guerra mondiale da sfollato nella casa dei nonni materni a Revignano (frazione di Asti). Ad Asti De Andrè tornò ancora, soprattutto in estate, durante le vacanze, negli Anni ’50. In uno di questi soggiorni il cantautore avrebbe udito o letto la vicenda che ispirò la storia di Marinella. «E’ la storia di una ragazza – dichiarò De Andrè in un’intervista – che si è messa a battere lungo le sponde del Tanaro e un giorno ha trovato uno che le ha portato via la borsetta dal braccio e l’ha buttata nel fiume. Non potendo fare niente per restituirle la vita, ho cercato di cambiarle la morte».

Probabimente De Andrè non ricordava più i dettagli della notizia letta molti anni prima, o forse, nella sua immaginazione, ormai esisteva solo la Marinella cantata da lui.

Del resto che importanza ha dove è accaduto davvero, poteva essere l’Arno o il Tevere, ciò che conta è che quella storia adesso la conosciamo tutti, Marinella vive e muore ogni volta che ascoltiamo una canzone.

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